Ecco perché non riusciamo a cambiare

Ci sono anche rimasto male, lo ammetto, nel constatare il totale fallimento della nostra classe politica. Quasi come se non fosse immaginabile. Ma come è possibile – mi sono chiesto –, come cazzo è possibile, che un paese come l’Italia non sia in grado di cambiare? Almeno di scegliersi un nuovo presidente della Repubblica? Come è possibile che non ci fosse un’alternativa alla rielezione di nonno Napolitano? Le risposte naturalmente sono molteplici e neppure tanto complicate. Ma la risposta, quella con la “r” maiuscola, me la sono trovata di fronte leggendo i giornali ravennati in questi giorni.
Come possiamo pensare di cambiare davvero qualcosa, insomma, se i sindacati continuano tutti gli anni con questa manfrina dei giorni festivi? In questo paese ci sono tre sindacati dei lavoratori, tre, che tutti gli anni invitano i commessi a non andare a lavorare il 25 aprile e il 1° maggio. Ancora, nel 2013. Quando invece negozi, bar, ristoranti e compagnia bella dovrebbero essere aperti tutti 24 ore al giorno, per dio. Cari sindacati, ci siete mai stati, una volta, in una grande città europea (non italiana)? No, probabilmente no, perché continuate a citare gli altri paesi europei totalmente a sproposito (ci sarà anche meno libertà negli orari, ma sicuramente non ci sono vincoli nelle città turistiche per le aperture nei festivi) e continuate a ritenere «sbagliato e dannoso – cito il loro comico comunicato stampa – il ricorso alle aperture festive perché si mercifica e si svuota il senso di queste giornate affermando un falso principio: che nulla ha più valore davanti alle ragioni economiche e che la società è libera se è libera di consumare in ogni luogo, in ogni ora e giorno della settimana». Ah ah ah. Ah ah. Ah. “Si mercifica e si svuota il senso del 25 aprile”. Se io vado a festeggiare la Liberazione in piazza, insomma, devo continuare a pensare alla sconfitta del nazifascismo tutto il giorno, e non posso comprarmi una bandana, per esempio. E i commessi che saranno costretti a lavorare 6 ore, mica possono riflettere in santa pace su quanto siano stati bravi i nostri partigiani. Ecco quindi che i sindacati chiedono ai lavoratori di astenersi in quei giorni sacri, ricordando loro che sulla base delle norme contrattuali vigenti, «potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, perché tale prestazione non è da considerarsi obbligatoria». E se poi vengono licenziati, ci pensate voi? Non è che fate finta di niente, vero? Perché sarebbe meglio parlare di questo. Ecco, pensate solo a questo, a difendere i lavoratori quando subiscono un’ingiustizia. E lasciate che invece il mondo là fuori vada avanti senza di voi, per favore.

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