[Tratto da una storia vera]
Facendola brve, un geometra ravennate nel corso di una riunione di lavoro disse ai suoi colleghi di aver consegnato 200mila euro (ossia pagato una tangente) al vicesindaco Giannantonio Mingozzi per accelerare una pratica urbanistica. Per questo motivo l’uomo è stato querelato dallo stesso Mingozzi. Ma a tempo di record, poche settimane dopo, il geometra ha chiesto scusa al vicesindaco, dicendo di essersi inventato tutto, e si è anche offerto di donare mille euro per il capanno Garibaldi, come noto tema che sta molto a cuore al nostro vicesindaco repubblicano. E gli avvocati hanno già promesso di ritirare la querela. Qui di seguito pubblico integralmente la lettera che il geometra ha inviato a Mingozzi. Questa volta non è uno scherzo, insomma, è proprio la lettera vera. Non so bene perché la pubblico e non voglio spingermi a fare alcun commento, ma a me, oh, ha fatto molto ridere. Forse per la sua spontaneità.
«Egregio signor vicesindaco Giannantonio Mingozzi, voglio chiederle scusa pubblicamente per il danno che può averle procurato una mia affermazione (pronunciata nel corso di un incontro di lavoro) circa una somma di denaro che le avrei dato per seguire una pratica in Comune. Non è vero nulla, mi sono inventato tutto e ancora non mi so spiegare il motivo di questa affermazione falsa ma molto grave nei suoi confronti. Di lei ho sempre avuto stima e quando abbiamo avuto bisogno si è sempre dimostrato disponibile, per questo spero vorrà capire che si è trattato di una battuta infelice, un’affermazione inconsulta, un errore che nella vita può capitare di compiere e del quale mi assumo la responsabilità. So bene che con i tempi che corrono basta un titolo di giornale o una chiacchiera a gettare un’ombra sull’onestà di una persona, ancor di più se politico o amministratore pubblico: ciò che lei non lo merita proprio. Con questa lettera voglio ribadire che non ho mai avuto dubbi sulla sua moralità e onestà e mai e poi mai avrei voluto screditare la sua persona o il lavoro del Comune. Le chiedo di perdonare questa leggerezza che ho compiuto e di accettare le mie scuse più sincere».