Il mercato coperto e la libreria fantasma

Sul nuovo mercato coperto di Ravenna, quello che riaprirà tra un paio d’anni tutto rifatto dalla Coop, si sono dette talmente tante cose che mi stanco solo a pensarci. Gente che non c’era mai stata una volta e si è scoperta tutta disperata per la sorte dei poveri commercianti. Gente che voleva farlo diventare così, d’emblée, come la Boqueria di Barcellona. Gente scandalizzata per l’arrivo della Coop ma che tutte le domeniche va a fare la fila alle casse dell’Esp. Gente che senza il mercato coperto il centro muore, come se davvero fosse stato bello, così com’era. Gente che non voleva «l’ennesimo centro commerciale». Gente infastidita perché dovrebbe restare aperto 365 giorni l’anno, che le domeniche sono sacre. Gente che non sapeva nulla dell’Ambasciatori ma no, non gli piaceva l’idea. Fortunati invece noi a sapere cos’era l’Ambasciatori, quando la Coop e l’assessore e il sindaco e i giornali lo citavano come esempio per la riqualificazione. Il mercato coperto di una città così di provincia come la nostra sarebbe diventato come l’Ambasciatori nel cuore del centro storico di Bologna? Davvero davvero? Ma che figata. Con una libreria su più piani aperta fino a mezzanotte a fare da grande attrazione e poi tutto il resto attorno. Avete presente come sarebbe avere a Ravenna una libreria su due piani aperta fino a mezzanotte, con tanto di bar sempre aperto fino a mezzanotte, spazio per incontri letterari fino a mezzanotte? E brava Coop, mi dicevo, non ascoltare le critiche e fallo prima possibile, questo Ambasciatori a Ravenna. Ne son passati di mesi, da quel primo annuncio. E ogni volta che se ne riparlava eccola di nuovo l’acquolina alla bocca. Ci pensate ad andare in libreria alle undici di sera con una birra in mano? Mi avrebbe fatto sentire molto cittadino del mondo, sul serio. A costo di puntare la sveglia per non cedere all’abbiocco sul divano ci sarei andato almeno una volta alla settimana, a fare un giro in libreria alle undici di sera, a sfogliare Houllebecq e parlare con i miei amici di libreria delle undici di sera come fosse figo leggerlo quando non lo conosceva ancora nessuno. Poi stare lì, sfogliare libri della Minimum Fax o della Isbn e dopo mezzanotte andare a casa e ordinarli su Amazon. Ah, che meraviglia. E così, mentre trascorro la mia vita solo ad aspettare che apra la libreria e vado in giro a dire a tutti quelli che me lo chiedono che sì, il nuovo mercato coperto sarà una gran figata, ecco che mi capita di leggere che Coop dice che sì, insomma, la libreria mica ci sarà più. Non è più l’Ambasciatori il modello, no, è Eataly. Un supermercato. Magari con qualche libro di cucina. Scusa, cara Coop bella, puoi ripetere?

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