domenica
15 Giugno 2025
Rubrica L'osservatorio

“Il mondo che vorrei si chiamerebbe amore”

Condividi

Quante volte ci ho pensato su / Il mio mondo sta cadendo giù / Dentro un mare pieno di follie / Ipocrisie / Quante volte avrei voluto anch’io / Aiutare questo mondo mio (L’Artista con questi versi vuole dirci che “nessuna cultura può restare senza comunicare. Nessuno può vivere senza condividere le proprie esperienze, visioni, sentimenti e punti di vista”).
Il mondo che vorrei / Avrebbe mille cuori, / Per battere di più avrebbe mille amori. / Il mondo che vorrei / Avrebbe mille mani / E mille braccia per i bimbi del domani, / Che coi loro occhi chiedono di più / Salvali anche tu. / Per chi crede nello stesso sole / Non c’è razza non c’è mai colore / Perché il cuore di chi ha un altro Dio / È uguale al mio. (L’Artista utilizza passaggi volutamente banali per domandarsi “se la cultura in generale e l’arte in particolare possano rappresentare degli strumenti in grado di rafforzare vincoli comunitari, nel tentativo di rendere i conflitti delle nostre società delle occasioni di crescita collettiva”).
Per chi spera ancora in un sorriso, / Perché il suo domani l’ha deciso / Ed è convinto che il suo domani / È insieme a te. / Il mondo che vorrei / Ci sparerebbe i fiori, / Non sentiremo più / Il suono dei cannoni. / Il mondo che vorrei, / Farebbe più giustizia / Per tutti quelli che / La guerra l’hanno vista, / E coi loro occhi chiedono di più /
Salvali anche tu. (In questo passaggio il capolavoro dell’Artista che usa la guerra come specchietto per allodole per affrontare il tema di “Ravenna e il mare, ovvero un rapporto assai ondivago che percorre la storia di una città che era sì marittima, e comunque città d’acqua, ma che ha fatto del prosciugamento l’epopea del suo territorio”).
Come si fa a rimanere qui / Immobili così / Indifferenti ormai / A tutti i bimbi che / Non cresceranno mai / Ma che senso ha ascoltare e non cambiare / Regaliamo al mondo quella pace / Che non può aspettare più / Nel mondo che vorrei uh uh uh (Tante le domande che l’Artista pone al suo pubblico in questi versi: “Quanto incide la cultura oggi nello sviluppo di un territorio? Quali le visioni dei ravennati, piccoli e grandi, per il futuro? Come costruire un percorso collettivo verso il 2019?”.)
Nel mondo che vorrei / Avremo tutti un cuore. / Il mondo che vorrei / Si chiamerebbe amore. / Stringi forte le mie mani / E sentirai il mondo che vorrei / Uh uh uh il mondo che vorrei (Il gran finale è uno stimolo: “è proprio guardando al passato – pare dire l’Artista –, ridando valore a quell’antico retaggio collettivo, che possiamo riappropriarci del futuro”)

Con colpevole ritardo (il Ravenna Festival c’era arrivato prima), Laura Pausini è diventata testimonial della candidatura di Ravenna a capitale della cultura.
(esegesi del testo tratta da www.ravenna2019.eu)

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La casa di Anne

Il progetto di un'abitazione del centro di Ravenna a cura dello studio di Giovanni Mecozzi

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi