“Il mondo che vorrei si chiamerebbe amore”

Quante volte ci ho pensato su / Il mio mondo sta cadendo giù / Dentro un mare pieno di follie / Ipocrisie / Quante volte avrei voluto anch’io / Aiutare questo mondo mio (L’Artista con questi versi vuole dirci che “nessuna cultura può restare senza comunicare. Nessuno può vivere senza condividere le proprie esperienze, visioni, sentimenti e punti di vista”).
Il mondo che vorrei / Avrebbe mille cuori, / Per battere di più avrebbe mille amori. / Il mondo che vorrei / Avrebbe mille mani / E mille braccia per i bimbi del domani, / Che coi loro occhi chiedono di più / Salvali anche tu. / Per chi crede nello stesso sole / Non c’è razza non c’è mai colore / Perché il cuore di chi ha un altro Dio / È uguale al mio. (L’Artista utilizza passaggi volutamente banali per domandarsi “se la cultura in generale e l’arte in particolare possano rappresentare degli strumenti in grado di rafforzare vincoli comunitari, nel tentativo di rendere i conflitti delle nostre società delle occasioni di crescita collettiva”).
Per chi spera ancora in un sorriso, / Perché il suo domani l’ha deciso / Ed è convinto che il suo domani / È insieme a te. / Il mondo che vorrei / Ci sparerebbe i fiori, / Non sentiremo più / Il suono dei cannoni. / Il mondo che vorrei, / Farebbe più giustizia / Per tutti quelli che / La guerra l’hanno vista, / E coi loro occhi chiedono di più /
Salvali anche tu. (In questo passaggio il capolavoro dell’Artista che usa la guerra come specchietto per allodole per affrontare il tema di “Ravenna e il mare, ovvero un rapporto assai ondivago che percorre la storia di una città che era sì marittima, e comunque città d’acqua, ma che ha fatto del prosciugamento l’epopea del suo territorio”).
Come si fa a rimanere qui / Immobili così / Indifferenti ormai / A tutti i bimbi che / Non cresceranno mai / Ma che senso ha ascoltare e non cambiare / Regaliamo al mondo quella pace / Che non può aspettare più / Nel mondo che vorrei uh uh uh (Tante le domande che l’Artista pone al suo pubblico in questi versi: “Quanto incide la cultura oggi nello sviluppo di un territorio? Quali le visioni dei ravennati, piccoli e grandi, per il futuro? Come costruire un percorso collettivo verso il 2019?”.)
Nel mondo che vorrei / Avremo tutti un cuore. / Il mondo che vorrei / Si chiamerebbe amore. / Stringi forte le mie mani / E sentirai il mondo che vorrei / Uh uh uh il mondo che vorrei (Il gran finale è uno stimolo: “è proprio guardando al passato – pare dire l’Artista –, ridando valore a quell’antico retaggio collettivo, che possiamo riappropriarci del futuro”)

Con colpevole ritardo (il Ravenna Festival c’era arrivato prima), Laura Pausini è diventata testimonial della candidatura di Ravenna a capitale della cultura.
(esegesi del testo tratta da www.ravenna2019.eu)

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24