La campagna elettorale post alluvione

Dando un’occhiata a queste prime settimane di campagna elettorale in vista delle Amministrative di giugno, l’impressione è che, soprattutto in certi territori, nei comuni sotto i 15mila abitanti e con pesanti danni da alluvione, sarà tutto davvero entusiasmante. Un anticipo di campagna elettorale più o meno così:

  • «Vergogna, il tuo Governo ha dimenticato gli alluvionati».
  • «Vergogna, la tua Regione non ha fatto le manutenzioni dei fiumi».
  • «Vergogna, la premier e il commissario hanno fatto solo passerelle elettorali».
  • «Vergogna, non avete costruito le casse di laminazione, hai visto in Veneto, che non si sono allagati?».
  • «Vergogna, qui è caduta una quantità d’acqua eccezionale, non paragonabile con il Veneto. E la colpa è anche dei cambiamenti climatici».
  • «Vergogna, parlate di cambiamenti climatici e continuate a cementificare».
  • «Vergogna, non siete ancora stati in grado di dare 1 euro a famiglie e imprese danneggiate».
  • «Vergogna, la colpa è della burocrazia».
  • «Vergogna, piove, Governo ladro».
  • «Vergogna, piove e voi parlate ancora di cambiamenti climatici».

    E via dicendo, fino alla conclusione condivisa da entrambe le parti: «Con il cazzo che mi candido a sindaco». E poi, improvvisamente, mentre i candidati latitano, l’idea arriva in contemporanea e all’unisono: «Ma se lasciassimo perdere i partiti, se ci nascondessimo per bene, se mandassimo avanti la “gente”? Se facessimo candidare solamente i cittadini? Alla prossima alluvione, mica potranno darci le colpe, no?». La soluzione è solo una: «La lista civica!». Pronti poi, entrambi, a prendersi comunque il merito della vittoria…

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