mercoledì
25 Giugno 2025
Rubrica L'osservatorio

La dura vita di un angelo del fango

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Non ho niente da fare, sono giovane, in forze, durante il giorno, detta come va detta, mi ammazzo di seghe. Ma ora basta, voglio darmi una svegliata, voglio ­finalmente dare una mano alla mia comunità. Ho visto che in alcune zone l’acqua è entrata nelle case, come in un ­film. Ora che è scesa, c’è fango dappertutto, tanti miei coetanei hanno iniziato a darsi da fare. Sembra bello, magari c’è anche della fi­ga. E i sel­fie con il fango, tra l’altro, vengono piuttosto bene. Ok, sarà un po’ dura ma poi alla ­fine con una doccia passerà tutto, mi dico.

Inizio, allora. Vado a spalare, spazzare, vangare, raccolgo fango a tutto spiano. I vecchietti mi ringraziano, alcuni piangono, altri mi dicono che senza di me probabilmente ci avrebbero messo una settimana, un mese, un anno. Mi sento forte, mi sento ­figo, mi sento giovane come in effetti sono. Ho anche conosciuto una tipa che non mi pare affatto male. Domani, con il fango sugli addominali, mi sa che ci provo pure. Ma, un attimo, cosa leggo qui? Cosa dice il signor prefetto? Ma chi è, soprattutto, il prefetto? Cosa vuole dalla mia vita?

«Cari angeli del fango, il vostro lavoro è stato utile, vi ringraziamo, ma è meglio che stiate a casa». Sta dicendo proprio così, il prefetto. Sta dicendo di non impicciarci, che c’è già chi fa il volontario di mestiere (ma esistono i volontari professionisti?), l’esercito, le forze dell’ordine, i sindaci. Noi possiamo tornare più avanti, che adesso siamo solo in mezzo, praticamente. Ok, mi spiace, ma poco male. Continuerò a drogarmi sul divano.

Poi però vedo arrivare il Presidente della Repubblica, qui, nelle nostre città, e lo vedo posare vicino ad altri miei colleghi angeli del fango, leggo che li «loda», che mi pare voglia dire che ci apprezza, a noi angeli del fango. Grande Presidente, mi viene voglia di andare in piazza ad abbracciarlo, di tornare ad aiutare quei vecchietti, quei disperati che non hanno più niente, che continuano a dire che nessuno li aiuta, se non i giovani volontari come noi. Ma no, in effetti, ora che ci penso, si sta molto meglio qui sul divano. Dai, almeno ci ho provato…

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