La lezione di don Paolo sul crocifisso…

Tutti a “difendere” il crocifisso, da destra a sinistra, da sinistra a destra. A Ravenna come nel resto d’Italia. Ecco, in due parole, io credo che non offenda nessuno, d’accordo, e che i nostri figli possano crescere nel migliore dei modi anche in aule con il crocifisso appeso alla parete. Ma credo anche che la sentenza della corte europea sia incontestabile e che in un “Paese” laico e moderno come dovrebbe essere l’Europa (non dico l’Italia?) non possa essere imposto un simbolo religioso negli edifici pubblici. E non so cosa c’entrino l’invasione islamica, il burqa o gli immigrati, tirati in ballo invece in questi giorni da tutti questi fondamentalisti “cristiani” .
«Intanto - leggo sul sito di MicroMega - sul “povero Cristo” di nome Stefano Cucchi, morto per mancanza di “nutrizione e idratazione”, da nessuno è venuta una parola di condanna verso i colpevoli di omicidio, nemmeno dai monsignori che hanno gridato “assassino” al papà di Eluana Englaro». Per quanto anticonformista e “amico” di Beppe Grillo sono pur sempre queste le parole di un prete, don Paolo Farinella da Genova. Lascio a lui, di certo molto più competente di me sul tema, lo spazio restante di questa rubrica. Chi ha già avuto modo di leggere il suo intervento sulla sentenza della corte di Strasburgo mi perdoni. E magari se lo legga di nuovo.
«Povero Cristo, difeso dai preti come suppellettile e raccoglitore di polvere nei luoghi pubblici e da tutti dimenticato come Uomo-Dio che accoglie tutti e dichiara che sono beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i costruttori di pace, i perseguitati, gli affamati!
Povero Cristo, difeso dagli adoratori del dio Po e di Odino che ne fanno un segno di civiltà, mentre lasciano morire di fame e di freddo poveri sventurati in cerca di uno scampolo di vita.
Povero Cristo, difeso dalla “ministra” Gelmini che trasforma il Crocifisso in un pezzo di tradizione “de noantri”, esattamente come la pizza, il pecorino, i tortellini.
Povero Cristo, difeso da Bertone che lo mette sullo stesso piano delle zucche traforate.
Povero Cristo! Gli tocca ringraziare la Corte di Strasburgo, l’unica che si sia alzata in piedi per difenderlo dagli insulti di chi fa finta di onorarlo. Signore, pietà!
Guardando a quel Cristo che è il senso della mia vita di uomo e di prete, ho la netta sensazione che dalla sua comoda posizione di inchiodato alla croce, dica: “Beati voi, difensori d’ufficio… beati voi che ho i piedi inchiodati, perché se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno». Firmato, don Paolo Farinella.

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