Allora finalmente hanno inaugurato la moschea alle Bassette. Sono contento, sinceramente. Come ho già scritto l’avrei fatta in Darsena, che magari la rendeva anche un po’ più bella, ma hanno preferito nasconderla in un’area artigianale. Pazienza.
Chi ha seguito però l’estenuante vicenda fin dall’inizio, ricorderà bene che ai tempi le polemiche si erano concentrate in particolare sulle dimensioni e sulla capienza della struttura, con il centrodestra spaventato dal possibile arrivo di musulmani da ogni parte d’Italia. Poveretti. Ma va beh. La vicenda si era chiusa con il Comune che aveva tranquillizzato tutti. No, non dicendo che anche se ci fossero andati mille musulmani a pregare non sarebbe stato un problema. No. Scrivendo invece sui documenti dell’autorizzazione a costruire che “il luogo è compatibile per 230 fedeli”.
 «Con la massima serenità assicuro tutti i ravennati che la capienza di 200 posti della moschea sarà una delle prescrizioni del Comune, sulla base del progetto presentato e delle relative leggi e norme. E questa prescrizione sarà scritta nero su bianco». Questo lo dichiarava l’assessore all’Urbanistica del tempo, Gabrio Maraldi, poco prima del rilascio dell’autorizzazione. «La moschea che sorgerà alle Bassette avrà la capienza massima di duecento persone. Come sala D’Attorre». Questo era invece il paragone, ripreso dai titoli di tutti i giornali locali, scelto dal sindaco di allora, e anche di oggi, Fabrizio Matteucci. Ora sono passati tre anni, la moschea è stata finalmente inaugurata, ma della capienza non parla più nessuno. Anzi, i musulmani fanno chiaramente capire che per un luogo di culto la capienza non è prevista (e hanno probabilmente ragione), mentre dal Comune, mi pare, semplicemente glissano. Non sanno.
Ci pensate a quante ce ne raccontano, tutti i giorni? Come ci prendono in giro? Non sarebbe stato più semplice evitare tutte quelle sceneggiate e dire, come si sapeva già, che non è possibile dotare di una capienza un luogo di culto?
Detto questo, lunga vita alla moschea.