La triste storia di un paese
che ora è un po’ più solo

Questa settimana voglio raccontarvi una storia triste che inspiegabilmente pare non abbia trovato spazio in nessun’altra parte di questo giornale. Siamo a Porto Fuori, ridente località ravennate balzata agli onori delle cronache nazionali per essere riuscita ad ospitare all’interno dello stesso locale circa ventidue discoteche diverse una dall’altra. I bagordi serali, però, fanno da contraltare con lo sgomento di un paese intero che la mattina dell’8 novembre si è svegliato un po’ più solo.

Il primo ad accorgersene è il figlio del panettiere, che prima di andare a scuola passa sempre a salutare i suoi piccoli amici. Quel giorno, però, quel maledetto 8 novembre, i suoi amici, al solito posto, non ci sono. Colpa di un «atto frutto di ignoranza e stupidità», come ha tuonato il presidente del comitato cittadino una volta informato dei fatti. Parole forti, che ancora riecheggiano per le strade di Porto Fuori. Ma le parole, da sole, non bastano a far tornare al loro posto i quattro angeli custodi del paese. Va beh che ce ne sono altri 19 (almeno al momento di andare in stampa, magari mentre state leggendo questo articolo saranno ancora meno), ma quei quattro no, non ci sono più. E chissà dove saranno finiti. Sul comodino di chi. In quale giardino, stanno facendo bella mostra di sé. Alcuni azzardano che siano già stati imbarcati su una nave battente bandiera panamense salpata dal porto di Ravenna, tra sigarette di contrabbando, kalashnikov e qualche giovane curdo di passaggio. Gli inquirenti, però, lo hanno promesso all’intera comunità: quei quattro piccoli eroi torneranno al loro posto. O al massimo ne verranno costruiti altri quattro identici, ecco. Come ha detto l’assessore ai Lavori pubblici, che ha ordinato immediatamente ai tecnici del Comune di mettersi al lavoro per quantificare il danno. Nessuno, invece, potrà mai quantificare il dolore dei tanti bambini della scuola elementare che avevano partecipato all’inaugurazione, quel giorno felice di qualche settimana fa. Ma basta guardarsi alle spalle. Adesso è il momento di ricostruire, in tutti i sensi, guardare avanti, sperare in un futuro migliore anche senza quei piccoli amici. Di cui, tra l’altro, pare quasi impossibile risalire all’identità. C’è chi dice che fossero una gallina, un coniglio, un’oca e un rospo. Qualcun altro assicura che a mancare siano un riccio, due pulcini e un fagiano. Un fagiano? Ma c’era anche un fagiano? Troppi, 23 animaletti in mosaico, su quella rotonda, per ricordarsi ora come fossero disposti e quali specie effettivamente fossero presenti. Sono questi i dubbi su cui si interroga il paese, nonostante in molti, interpellati dai giornalisti delle tv nazionali, abbiano giurato di non sapere di cosa si stesse parlando. Diversivi, certo, forse per nascondere la verità. Omertà, come nel caso di Lido di Classe e delle inchieste della televisione sui trans. Ma questa è un’altra storia. Noi, nel nostro piccolo, ci sentiamo di concludere con un consiglio: smettiamola, una buona volta, di costruire animaletti sulle rotonde.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24