I “fatti” più entusiasmanti delle elezioni comunali di Ravenna.
– Il testa a testa tra Rossini e Bertolino per non arrivare ultimi (non ricordo neppure chi ha vinto, ma presto neppure i loro nomi, in effetti).
– I duecento e rotti candidati (1 su 4 praticamente) che non hanno ricevuto neppure una preferenza, neppure la loro.
– I renziani che hanno evitato di mettere il simbolo di Italia Viva per avere qualche speranza di rientrare in consiglio comunale e che invece non ci entrano lo stesso.
– La Pigna che dà la colpa (anche) ai giornali per aver preso meno del 4 percento. Finalmente qualcuno che attribuisce ancora il valore che si meritano ai giornalisti. Ma no, troppo buoni. Per riuscire a fare addirittura peggio di cinque anni fa, il merito è tutto il loro.
– La pagina Facebook del segretario Morrone ferma per due giorni dopo l’esito del voto con ancora l’invito a votare Lega.
– I tre candidati comunisti sotto l’1 percento. Ma chi l’avrebbe mai detto!
– La lista civica del sindaco creata per portare la società civile in consiglio comunale che elegge Daniele Perini e un ex Idv. Dico, Italia dei Valori.
– Le 19 liste su 30 che hanno preso meno del 2 percento, con nota di merito per l’ultima in assoluto, Rinascimento per Sgarbi, una lista che puntava tutto sulla cultura e ha messo capolista Rosanna Biondi, non so se avete presente. Ottimo lavoro ragazzi.
– Il Popolo della Famiglia (quelli di Adinolfi) che ringrazia gli elettori. 166 in tutto il comune.
– Le 60mila persone circa che non sono andate a votare, tutta la mia stima.
– Il fair play di Filippo Donati che scrive su Facebook: “avete quello che vi meritate”. Mancava solo un “merde”.
– Ancarani che dice: ve l’avevo detto che vinceva De Pascale al primo turno, che per un candidato a sindaco del centrodestra, se ci pensate, non è male come dichiarazione.