L’impresa di Alberto Ancarani, meglio di “Black Mirror”

Stavo giusto pensando alla bellezza della campagna elettorale: alla toscana Boschi, candidata a Bolzano, che si giustifica dicendo che a Bolzano ci trascorre spesso le vacanze e promette di imparare il tedesco, pensando poi a quando magari il grillino ferrarese candidato al posto dei colleghi ravennati a Ravenna per il Movimento 5 Stelle verrà da queste parti a dire quanto gli fa schifo la salama da sugo. Poi però è arrivato un enorme Alberto Ancarani.
Vi riassumo, per voi che giustamente avete di meglio da fare.
Ancarani (il più grande sostenitore di Berlusconi in Italia, che ha il merito di rendere perlomeno a volte divertente seguire la politica a Ravenna) martedì, 30 gennaio, posta una foto dello striscione che chiede la verità su Giulio Regeni, criticando con la sua solita esemplare coerenza la campagna di Amnesty. Striscione appeso al balcone del municipio di Ravenna un paio di giorni prima in occasione della piccola manifestazione in piazza per il secondo anniversario della morte del ricercatore in Egitto e che, secondo gli accordi con l’Amministrazione (di cui Ancarani in quel momento era ignaro), doveva essere rimosso di lì a poco. Quando poi viene effettivamente rimosso, il colpo di genio: Ancarani fa una foto al messo comunale incaricato della rimozione con lo striscione piegato tra le mani e la posta (tagliandogli la faccia) su Facebook con la scritta “Operazione rimozione striscione Regeni effettuata”, facendo così credere ai suoi amici virtuali di essere lui e quindi di aver fatto un blitz sul balcone a strappare lo striscione, gesto effettivamente da leader di Casa Pound che non si addice molto a uno come lui. Ne nasce un putiferio, con gente di sinistra (davvero comica, mi dispiace dirlo) che cade nel tranello e si scaglia contro l’esponente di destra che toglie striscioni. Ci casca pure il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che rende la “notizia” (spero che apprezziate le virgolette) di portata nazionale. Così l’Ansa – cioè, l’Ansa – è costretta pure a riprendere le dichiarazioni di Ancarani che specifica di non essere lui nella foto ma un commesso del Comune che eseguiva ordini dell’amministrazione di sinistra.
Che ridere, sul serio. Il finale è una beffa per il nostro povero eroe, visto che il sindaco decide di rimettere lo striscione nonostante gli accordi di toglierlo, prendendosi tutti gli applausi. Ma vuoi mettere la soddisfazione per l’impresa di essere riusciti a fare scoppiare la polemica su Regeni con una cazzata del genere?
Ancarani meglio di “Black Mirror”: Facebook ci ha totalmente rincoglioniti.

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