L’intervista al padrone del Cinematown

[Attenzione: questo articolo contiene satira]

Intercettiamo Carlo Alberto Pitti all’uscita del Cinematown, di cui è proprietario, e ne approfittiamo per chiedergli come mai ancora non ha aperto l’altra multisala che gestisce, la Storia.
«No comment».
Come no comment, la gente vuole sapere…
«Beh, non c’è bisogno di aver studiato all’estero come me per capire che se ci sono due multisale in una città e tu sei proprietario di tutte e due, ti conviene tenerne aperta solo una, che tanto non riuscirai mai a riempirle tutte e due, mentre devi comunque pagare il doppio dei dipendenti, scaldare il cinema, eccetera. Non so se mi spiego. Mi spiego?»
Sì, sì, ma c’è proprio bisogno di tutta quella pubblicità prima dei film, al Cinematown?
«Sì».
Ma voi avevate detto che era la vostra priorità, riaprire la Storia…
«Sì, è vero».
E quindi?
«Me ne fotto».
In effetti non le si può dare torto. Qui forse sarebbe il Comune a dover dire qualcosa, in fondo abbiamo un Ufficio Cinema…
«Come, come?»
Un Ufficio Cinema, in Comune…
«Cioè, volete dirmi che voi avete un ufficio in Comune che si occupa di… di quella cosa lì?».
Cinema…
«Ecco, sì, cinema?».
Certo.
«Ma guarda te».
Siamo candidati a capitale dell’universo della cultura noi…
«Beh, e come mai un Comune con un ufficio Cinema e candidato a capitale dell’universo della cultura non solo ha fatto di tutto per farci prendere anche la Storia, ma ha pure benedetto la nostra magnifica operazione intervenendo anche alla  presentazione ufficiale con assessore e vicesindaco?».
Ehi ehi, qui le domande le faccio io. Ascolti, mi può far entrare gratis al Cinematown, che poi le faccio fare bella figura sul giornale?
«No».
Allora vada cortesemente a fare in c…

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