Ma perché a Ravenna siamo così lenti?

Sarà mai possibile che i nuovi chiostri francescani, inaugurati tra vari squilli di tromba in questi giorni, di fatto, non siano aperti al pubblico? Almeno per il momento, mi dicono, poi si vedrà. Va beh, mica non ci dormo alla notte, però io, Moldenke, al nostro centro storico ci tengo, che lo si sappia in giro, e mi piacerebbe che fossero sempre di più i suoi “poli d’attrazione”. Allora ecco che non sarebbe male se qualche progetto diventasse realtà, magari senza aspettare degli anni tutte le volte.  Perché, invece, a Ravenna tutto va così incredibilmente a rilento? È un problema solo della nostra città? Mi pare che si stia parlando delle stesse cose da anni, spostando solo periodicamente un po’ più in là l’asticella di fine lavori. Prendete la Corte delle Antiche Carceri. O se preferite la piazzetta delle Poste. Da quanti mesi è che in piazza del Popolo ci dicono tramite un enorme cartellone che stanno costruendo il famoso collegamento con la piazzetta? E perché improvvisamente si è passati dall’annunciare il completamento della riqualificazione nel 2011 (non per niente si dovrà chiamare piazza dell’Unità d’Italia) a porre invece come obiettivo la ripresa dei lavori (fermi dallo scorso mese di agosto, si badi bene) nella primavera del 2011? Chi è che rema contro? Ce lo spiegate? Com’è che per restaurare un palazzo - che sarà anche il prestigioso Palazzo Rasponi Delle Teste, d’accordo - ci vogliono anni e anni di trattative, si giunge a un accordo la scorsa primavera, si dice di partire con i lavori nei primi giorni del 2011 per poi però formalizzare lo stesso accordo alcuni mesi dopo e annunciare con toni trionfalistici il via del restauro non più all’inizio, ma entro il 2011?
E ancora, quali sarebbero questi motivi tecnici alla base della proroga del bando per la riqualificazione del mercato coperto, la cui scadenza è passata d’un tratto dal 13 dicembre al 5 di febbraio? Lasciando poi perdere per pietà l’annosa questione del bando per lo “scavalco” della ferrovia e la trasformazione della Darsena, è normale, infine, che per poter riqualificare la caserma Dante Alighieri, che lo Stato pare disposto finalmente a cedere ufficialmente, il Comune si impegni a realizzare nell’arco di un anno (un anno!) un  “Accordo attuativo di programma” che di fatto è qualcosa di molto simile a quanto verrà previsto dal Poc, strumento peraltro adottato questa estate ma che il consiglio non è ancora riuscito ad approvare? Forse sì, è normale, almeno alla luce del fatto che, vi informo, un altro protocollo d’intesa firmato da Ravenna in questi giorni (insieme a Firenze e Verona) ci impegna a realizzare, sempre in un anno, mica un grattacielo, no, ma un itinerario dei luoghi danteschi. Un itinerario, capite? In un anno.

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