«Profugo violenta…» E l’odio si impenna

C’è stato in questi giorni un (presumo) interessante incontro sulle “Parole dell’odio”, parole che anche e soprattutto i giornalisti potrebbero fare a meno di usare – senza per questo togliere un solo dettaglio alla notizia – per evitare di aizzare al razzismo, facendola breve. Non ho partecipato, perché solitamente mi annoio agli incontri troppo seri. Però mi è capitato per pochi minuti anche di rifletterci, sul tema. E mi è tornato alla mente un titolo di pochi giorni fa a tutta pagina su un quotidiano locale. «Violentata da un profugo». Nell’occhiello veniva aggiunto: «Un 23enne afgano accusato di stalking e violenza sessuale da una donna che gli dava lezioni di italiano». Un classico titolo sparato, che in un periodo come questo in cui si raccolgono firme contro centri profughi inesistenti, fa davvero molto breccia nella pancia della popolazione. Chissà quante copie in più avrà venduto quel giornale. Chissà però se il cronista ha cercato di raccontare anche la verità (giornalistica), senza cedere alla voglia di sparare la notizia senza guardare in faccia a nessuno, men che meno a un «23enne afgano». Il dubbio viene leggendo l’articolo sullo stesso tema sul sito di Ravenna&Dintorni, dal quale emerge una storia parecchio diversa. Intanto la donna pare acclarato non gli stesse dando lezioni di italiano. Ed è straniera anch’essa, mentre il messaggio fatto intendere più o meno consapevolmente dal quotidiano era che un «brutto profugo» aveva stuprato «una nostra donna». In realtà (ho pure la fortuna di conoscere alcuni loro amici in comune, ma voi potete credere a chi vi pare) questi due (lei quasi il doppio degli anni di lui) si erano conosciuti ben prima, al dormitorio di Ravenna, e avevano avuto una relazione di alcuni mesi. L’arresto risale a un anno fa (che fortuna che la notizia non era ancora uscita, avrà pensato il giornalista del quotidiano, che infatti l’ha pure quasi scritto). E dopo che c’era già stato forse un rapporto sessuale tra i due, consenziente. La scena clou viene descritta dal quotidiano così: «[…] lui l’aggredisce, le tappa la bocca con la mano per evitare che possa chiedere aiuto e poi comincia la violenza […]». Minchia, che bestia il profugo. In realtà, però, la stessa vittima secondo l’altro articolo avrebbe ammesso solo palpeggiamenti e strusciamenti e di essere rimasta sempre con i pantaloni ben allacciati. Dal punto di vista legale, sia chiaro, resta violenza sessuale. Però. I dettagli, il quotidiano, li avrà omessi volutamente? Magari no, magari non sapeva. Però io se fossi un giornalista, prima di sparare un titolo del genere e scrivere un articolo del genere avrei fatto mille verifiche. Ma io sono soltanto un coglione che sui giornali non scrive, per vostra fortuna.

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