Quando l’unico stato è quello d’ebbrezza

Don Giovanni Desio è il prete finito con il suo Suv nel canale completamente ubriaco dopo una cena tra amici e che sui giornali si lamentava per aver perso così il sogno di una vita, la sua automobile da decine di migliaia di euro. Lui è conduttore radiofonico, critico cinematografico, musicale, dirige un giornale e scrive poesie. Mi sta simpatico. Ce ne fossero di preti così. E poi c’è anche su Facebook, con l’account Giovanni John Desio, e tra parentesi c’è scritto Christopher. Posta diverse cose, su Facebook, e si firma ogni tanto “Zio”. Adesso ci informa che è rinato dopo una vacanza all’isola del Giglio, in cui per fortuna pare si sia ripreso del tutto dal trauma dell’incidente, ringrazia tutti e dice di voler perdonare pure i giornalisti cattivi.
Ma andando indietro nel tempo, alcune spie pagate da chi gli vuole male, mi hanno inviato le prove di alcuni post ancora più divertenti.
Il 4 febbraio, sei giorni prima dell’incidente, condivideva infatti sulla bacheca di un ragazzino dall’apparenza (molto) minorenne una foto con un omino con una bandiera su cui campeggia una bottiglia di vino e sotto la scritta “L’unico stato del quale mi sento veramente cittadino è lo stato d’ebbrezza”. Foto, questa, del gruppo Rum & Pera, che probabilmente quindi don Desio segue con attenzione. Lui posta insomma questa roba sulla pagina di un minorenne commentando: “Yuuuu”. E firmandosi sempre Zio. Il 21 febbraio, invece, dieci giorni dopo l’incidente, posta una foto con una scritta “A chi non molla mai”, commentando, di suo pugno, “Io tengo duro, cazzo!” e firmandosi ancora Zio. Il giorno dopo non riesce a stare fermo e pubblica la foto, molto divertente (sui cd di Gigi D’Alessio da buttare nel bidone), di un altro gruppo che evidentemente segue con attenzione, che si chiama “Gli amici della sbornia” e che si vanta di postare “I migliori link alcolici su Facebook”.
Qui i casi sono due, o davvero è il prete più avanti della storia, il prete ubriaco che piace ai giovani e lo fa per riportare i giovani in parrocchia; oppure semplicemente questo suo profilo è un falso e presto si rivolgerà alla polizia postale per far valere le sue ragioni. Nel mentre, non ditelo a nessuno e chiedetegli l’amicizia, che sono belle anche le sue foto del profilo.

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