Quegli sfigati del sì e il presidente Bonaccini

Il problema è senza dubbio mio, me ne rendo conto. Il punto è che alla lunga finisco col trovare insopportabile chiunque stia cercando di chiedermi di votarlo, o di votare come vuole lui. Capirete quindi che con l’ultimo referendum sulle trivelle, tra sì che volevano dire no, no che volevano dire sì, astenersi che è come prendere posizione, inviti a ritirare la scheda al seggio ma di non votare, pretesti di qualsiasi tipo utilizzati senza scrupoli per invitare a votare in un determinato modo o a non votare affatto, sono andato leggermente fuori di testa, passando un intero weekend a odiare il mondo. Oltretutto ho dovuto cercare di spiegare a mia nonna e alle sue amiche il significato di “trivella” e così al termine di una lunga domenica a base di vino non ricordavo neppure se poi alla fine a votare ci ero andato oppure no.
Anche per questo motivo già dal giorno dopo mi sono del tutto disinteressato del risultato, delle accuse incrociate, delle riflessioni post-voto. Solo una cosa, in realtà, mi ha destato dal torpore: l’esultanza di tale Stefano Bonaccini. Forse non lo sapete, ma è anche il vostro Presidente. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, che subito dopo l’ufficialità dei risultati, ha brindato e ha dichiarato: «Sono molto contento». Contento lui, io mi limito a segnalare che nella nostra regione, a questo piuttosto inutile (oltre che dall’esito già scontato) referendum, hanno votato sì (quindi no alle trivelle) 901.088 persone (l’80 percento circa del 34 percento che si è recato ai seggi) mentre vorrei ricordare che il presidente Bonaccini è stato eletto un anno e mezzo fa con i voti di 615.723 persone (pari al 49 percento del 37 percento degli aventi diritto, tipo neanche due persone su dieci che incontriamo per strada).
Quasi trecentomila persone in meno, badate bene, di quei – diciamo la verità – poveri sfigati del sì (che poi avrei votato anch’io, se ci fossi andato, o forse l’ho fatto e non mi ricordo, appunto), ossia un mix di ambientalisti, qualche complottista, leghisti invasati, persone mediamente informate e quindi in generale una netta minoranza della nostra società. Io, fossi Bonaccini, non avrei esultato per un basso numero di votanti. Mai. Ma io, purtroppo, non sono Bonaccini.

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