Quei valori della sinistra più vivi che mai

Un ingegnere di Ravenna è ritenuto dagli inquirenti “figura centrale dell’indagine” sugli appalti delle Grandi opere che lo ha portato in carcere insieme ad altre tre persone.
Tra le altre cose, come spiegano tutti i giornali locali, era responsabile di una società con sede a Ravenna, nonostante lui fosse romano e non frequentasse la nostra città. Ad averlo portato dalle nostre parti pare sia stato Gianni Tarroni, scomparso nel 2012 e figura centrale della storia del partito comunista locale, gestendo tra l’altro il patrimonio immobiliare del Pci prima, del Pds e dei Ds poi. Per ovvie ragioni facilmente intuibili, Tarroni non è sfiorato dall’indagine che scava anche indietro nel tempo. Diventa però interessante rileggere oggi le dichiarazioni dello stesso ingegnereromano in un documento realizzato a fine 2012 proprio in ricordo di Tarroni.

«Ho conosciuto Gianni nel 1997 per ragioni di lavoro – scriveva – e da subito si è creata una vivace affinità culturale fra di noi. Per più di un decennio ho lavorato con lui, al quale debbo molto del mio percorso di formazione e maturità».

Strappa un sorriso anche la testimonianza di Miro Fiammenghi, ex consigliere regionale del Pd, segretario comunale del Pds e provinciale dei Ds, uomo del Tortello magico di Bersani, finito anche lui indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle Grandi opere, ma che naturalmente è estraneo alla vicenda «ed è onesto e corretto», come si affrettano a dire preventivamente tutti i suoi colleghi in questi giorni senza neppure un briciolo di fantasia. «Uomo di passioni profonde e contemporaneamente dinamico e moderno – scriveva Fiammenghi nel 2012 di Tarroni –, che voleva interpretare il nostro tempo con lo sguardo rivolto al futuro. […] Gianni era l’uomo che pensava e lavorava per cambiare un pezzo di noi, quello legato alla gestione e all’uso dell’immenso patrimonio del Partito».

Ma la sintesi perfetta è quella del sindaco Fabrizio Matteucci. «Gianni era un uomo dai valori saldamente ancorati a sinistra». Una sinistra che non solo c’è ancora, ma è più viva che mai, si direbbe.

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