Quel concorso letterario un po’ così…

Bello questo articolo che ho trovato sul sito “Il Tropico del Libro”. Ci riguarda un po’, e allora ve lo copio e incollo quasi integralmente, così mi riposo un po’.
«[…] sembra che gli aspiranti scrittori siano destinati al richiamo di molte sirene. Abbiamo infatti notato che sul web viene in questi giorni pubblicizzato un concorso letterario il cui regolamento va guardato con attenzione per evitare che possa ingenerare false aspettative. Stiamo parlando della prima edizione del concorso “Il libro nel cassetto – Nuovi Talenti Letterari” bandito dalla Tipografia Moderna (che è anche casa editrice con sede a Ravenna), la quale ha avuto la pensata di rivolgerlo ai soli “residenti nelle regioni Emilia Romagna, Marche e Abruzzo” che siano “talenti ancora inespressi” per dare loro la possibilità “di far sentire la propria voce”. Solo, con una minuscola avvertenza: “con un piccolo contributo sarà possibile, per gli autori selezionati dalla commissione, vedere pubblicato il proprio libro”. Tutto questo recita il bando del concorso. E allora andiamo a vederlo questo piccolo contributo che a un numero minimo di cinque e massimo di dieci autori selezionati da “un’apposita commissione” aprirà le porte della pubblicazione nella collana “Il libro nel cassetto”: la cifra è fissata a 950 euro. In pratica chi viene selezionato entra in una graduatoria di libri considerati pubblicabili, e solo se pagherà detta cifra potrà esserlo davvero (ricevendo 50 copie delle 500 previste per la tiratura), sempre che altri quattro scrittori selezionati facciano altrettanto: cinque autori paganti è infatti considerato dal regolamento il numero minimo per procedere. Altrimenti la sorte dei talenti inespressi non starà più così a cuore alle Edizioni Moderna e inespressi resteranno, con buona pace dei lettori. […] Si legge poi che “per partecipare gli autori selezionati verseranno un contributo a titolo di iscrizione, che sarà compensato dai diritti d’autore derivanti dalle vendite”. Si suggerisce cioè l’idea che il “contributo” di 950 euro ritornerà all’autore sotto forma di royalties. Tale felice evenienza è invece tutt’altro che assicurata, come dimostra l’editore che nel bando, per cautelarsi, specifica che i 3 euro che l’autore intascherà per ogni copia venduta andranno “a parziale o totale rimborso della quota di partecipazione versata per la pubblicazione del libro”, prevedendo l’ipotesi che quanto lo scrittore guadagnerà possa assommare alla fine soltanto una parte di quanto ha versato. Ma la notizia più inquietante, secondo noi, l’articolo (che è la nota del Comune, ndM) la riporta quando riferisce le dichiarazioni di Giannantonio Mingozzi, vicesindaco di Ravenna nonché giurato del “Libro nel cassetto”, il quale specifica che «il concorso, pur essendo rivolto a persone di qualsiasi età, è soprattutto dedicato agli studenti delle scuole superiori e agli universitari e che proprio in questi ambiti verrà in particolare promosso». E in conclusione si indica il Comune di Ravenna come patrocinatore dell’evento. Ci piacerebbe sapere da cosa sarebbe giustificato, se confermato, un sostegno pubblico nei confronti di un’iniziativa che di promozione del talento e della lettura a noi pare abbia ben poco».
Moldenke aggiunge che pare che il vicesindaco con la Tipografia Moderna abbia un rapporto piuttosto stretto, ma sarò stato informato male e di certo questo non conta.

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