Quanto mi avete stancato, signori miei. C’è un festival che porta in città alcuni dei migliori street artisti italiani, ci sono alcuni muri che vengono improvvisamente resi vivi e visibili, e c’è qualcuno (anche qualcuno di importante) che si lamenta. Che era meglio lasciarli bianchi, grigi e morti.
Poi passano alcune settimane e finalmente c’è qualcuno che porta l’arte contemporanea in una delle nostre basiliche. Oddio, non è certo rivoluzionario. Anzi, tutt’altro. Però, eh no, però c’è chi grida allo scandalo. Ma come si fa! Ma come si fa a mettere una scultura di arte contemporanea con delle barchette in mezzo a Sant’Apollinare in Classe. E va beh, anche Sgarbi dice che fa schifo, “quindi non siamo solo noi che non capiamo nulla di arte”, pensa l’uomo comune che si lamenta, e si gasa, e si incazza.
Poi passa ancora qualche giorno e finalmente un vero street artist straniero, uno di quelli che ha lasciato i propri segni in tutto il mondo, partendo da Parigi e dalla sua Francia, quello che su Wikipedia c’è scritto essere forse il più noto street artist degli ultimi dieci anni, ecco, finalmente decide di invadere – letteralmente, perché si chiama Invader, bello il gioco di parole – anche Ravenna. Città candidata capitale della cultura, che ne dovrebbe essere orgogliosa e magari riderci sopra. Cioè, non so se mi spiego, lui è uno conosciuto in tutto il mondo, che è venuto qui nella capitale dei mosaici (lo scrive anche su internet) a piantare dei piccoli mosaici carini su muri di costruzioni quasi sempre inguardabili (tranne alcune porte storiche della città, ok) e non ha voluto neppure dei soldi. Troppo facile così. E allora ecco che la prima reazione ufficiale arriva con un’interrogazione al sindaco da parte di quei democristiani di Lista per Ravenna, che vogliono capire se tutto questo è legale. Insomma, si chiede il consigliere di opposizione, è legale che uno venga qua e attacchi dei piccoli mosaici che ricordano un videogioco (Space Invaders, avete presente?) ai muri delle case? E se lo chiede con quel modo paraculo del tipo, “oh, non dico che siano brutti, ma voglio solo capire se sono state rispettate le regole”. No, caro consigliere, direi che non è legale. Problemi? E per fortuna, caro mio, che nella storia del mondo dell’arte c’è sempre stato qualcuno che prima o poi qualche regola l’ha infranta, che sai che palle altrimenti? Già, che palle ragazzi miei. Ce la faremo mai ad abbandonare tutti insieme la piccola cittadina di provincia tra le nebbie degli anni Cinquanta in cui ci state rinchiudendo? Siete vecchi, Siete brutti, siete antipatici, vi odio. E con questo ho concluso.