Sul tetto del 30% di bambini stranieri nelle scuole…

Dal prossimo anno scolastico gli stranieri nelle classi prime di elementari, medie e superiori non potranno superare il 30% del totale. Detta così - come poi in effetti è - l’ultima novità del governo Berlusconi in materia di istruzione suona vagamente discriminatoria. Tanto che non sono mancate le accuse di razzismo. Una volta tanto, però, la proposta del ministro Gelmini pare piacere anche al centrosinistra e in particolare, per restare ancorati alla nostra realtà, anche al sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. Il metodo di integrazione adottato nelle scuole, alla luce dei sempre più frequenti arrivi di alunni stranieri che potrebbero anche non conoscere una sola parola di italiano, effettivamente dovrebbe essere regolamentato una volta per tutte. Personalmente, poi, non trovo neanche così aberrante la soluzione ideata dalla Gelmini. Ma il problema è un altro: ancora una volta la politica ha deciso di puntare tutto sulla demagogia. Il provvedimento del tetto del 30% rappresenta infatti prima di tutto un atto di pura propaganda, oltre che l’ennesimo favore nei confronti della Lega. Non essendo un vincolo così irremovibile e, a quanto pare, non tenendo in considerazione i bambini stranieri nati in Italia, non saranno infatti molte le realtà in cui verrà applicato il provvedimento, che ha comunque il “merito” (oltre al fatto di aver distolto per qualche ora l’attenzione da quello che stava accadendo a Rosarno) di riuscire senza dubbio a diffondere tra i giovanissimi ancora di più la paura verso lo straniero, i cui esemplari nelle nostre classi, ci insegnano i nostri governatori, non potranno essere presenti per più di un numero ben definito. Per fortuna i bambini sono spesso più aperti per natura degli adulti e continueranno a socializzare tra loro, indipendentemente dal colore della pelle (scusate la banalità) o dalla lingua, che tra l’altro più si è piccoli e più si impara facilmente, semplicemente stando a contatto con i bambini “autoctoni”. O potendo contare su un eccellente sistema scolastico. Ecco, è questo il punto vero della questione. Per favorire l’integrazione un Governo responsabile dovrebbe investire notevolmente sugli insegnanti e sulla loro formazione, magari favorendo nei casi di alta concentrazione di stranieri le compresenze, tagliate invece dalla stessa Gelmini. Se tutti gli insegnanti fossero davvero preparati ad affrontare determinate situazioni e adeguatamente supportati, anche una classe composta interamente da stranieri, a mio parere, non rappresenterebbe un problema. Anzi, una bella sfida per insegnare loro la lingua, la storia, la cultura e le tradizioni (seguendo pure anche i dettami leghisti) italiane. Il mio auspicio è quindi quello che la politica possa un giorno pensare meno a “deportare” i bambini e più ad “arruolare” insegnanti in grado di fronteggiare l’emergenza, se così si deve proprio chiamare. Più facile, però, lanciare invece l’ennesimo proclama e strillare a milioni di italiani spaventati dall’invasione straniera che i loro figli sono salvi, a scuola saranno sempre in maggioranza. Sai che sollievo.

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