Tra misteri, eredità, poteri occulti, diffide e minacce

Se ripenso alla serata di lunedì scorso devo dire che provo ancora una stretta al cuore. Il caso dell’uomo sparito nel pozzo, la donna con «problemi di comunicazione» che non si trova più, il ragazzo che ha lasciato casa per sostenere l’ultimo esame all’università e di cui non si hanno più tracce, lo smemorato ritrovato per miracolo, l’omertà della Sicilia, l’uomo che esce per comprare le sigarette, ebbene sì, e che non torna più dai suoi cari. Una musica straziante in sottofondo, parenti che piangono di frontealle telecamere e interviste a testimoni che dicono cose del tipo:«ricordo che aveva chiesto un cappuccino al bar, ma con ariadistratta». Questo, signore e signori, è “Chi l’ha visto?”, ilprogramma più triste della tv, che nell’ultima puntata ha dato ampiospazio anche alla notizia di cronaca che appassiona ormai tuttaRavenna: il mistero dell’eredità del conte Galletti Abbiosi. In studio,da una parte, le povere orfanelle che reclamavano i loro soldisostenute da un consigliere del Pdl che non si sapeva bene perché fosselì (forse per fare un dispetto ad un suo compagno di partito, suomalgrado al centro della vicenda) e dall’altra Sindaco, rappresentantidella Curia e della Casa Matha, nel ruolo dei cattivi, essendo gliattuali “custodi” della Fondazione Galletti Abbiosi. Sarà perché icattivi mi sono sempre piaciuti, ma senza entrare troppo nel meritodella vicenda, ormai nota e di cui si può leggere anche in un’altrapagina di questo giornale, d’istinto questa volta mi schiero dallaparte di Sindaco e compagnia bella, perché mi pare che risarcire leanziane orfanelle a distanza di così tanti anni sia un po’ come andarecontro la stessa volontà del conte. Poi che questa sia una storia pienadi lati oscuri e che all’epoca siano stati perpetrati dei torti aidanni delle orfanelle non vi è dubbio, così come serve fare chiarezzasulla storia dell’attuale ostello (leggi albergo di lusso) realizzatograzie ai fondi per il Giubileo e soprattutto al benestaredell’Archidiocesi che a suo tempo ne ha subaffittato i locali. Di certosi tratta di un caso che ricorda, ce ne fosse bisogno, quali sono ipoteri forti della città. Amministrazione, certo, ma soprattutto Curia,massoneria, se così si può definire, e in particolar modo la Cassa diRisparmio che, senza presentarsi in televisione, tramite alcunicomunicati stampa prima diffida la Rai e poi minaccia di querelareEnrico Tartagni. Come chi è Enrico Tartagni? Uno “scrittore di mail”fissato con Raul Gardini e tangentopoli che tempesta quotidiani, sitiinternet, sindaci, assessori e dio sa solo chi altro di messaggi untantino deliranti, detto con affetto. Questa volta, però, ha osatoprendersela con la Cassa. Un po’ troppo, per essere a Ravenna.

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