È tornata Dolores Redondo con un libro che più che mai può essere amato e apprezzato da chi vive in Romagna nell’estate 2023.

Rizzoli ha infatti dato alle stampe Prima del diluvio (nella traduzione di Claudia Marseguerra), una conferma della capacità della scrittrice spagnola nota per la Trilogia del Baztan (Salani) e il bel romanzo Tutto questo ti darò (DeA Planeta).

Nell’ultimo libro la trama si snoda tra Glasgow e Bilbao (passando per la Rochelle) e incrocia diversi elementi storici nei primi anni Ottanta. Il diluvio cui fa riferimento nel titolo è proprio quello della capitale basca del 1983, evento che ha segnato la storia cittadina in modo indelebile. Qui Noah, agente della polizia scozzese messo a riposo, è sulle tracce di Bible John, serial killer di giovani donne, un reale cold case britannico. Da questi due fatti realmente accaduti, Redondo parte per costruire una storia che ha dentro suspense, indagine, mistero ma soprattutto l’ossessione del protagonista che, quando riesce ormai a catturare l’uomo a cui dà la caccia da anni, sviene. Muore. Per poi tornare con un cuore malandato. Per questo viene messo a riposo, per questo può permettersi di inseguire un’intuizione che lo porterà in Spagna intrecciando un altro pezzo di storia, quello delle lotte indipendentiste di Ira e Eta. E così, mentre per chiunque conosca il capolavoro di De André Non Al Denaro, Non All’Amore, Ne Al Cielo sarà impossibile non pensare a “Un malato di cuore”, Noah sfida e affronta l’amore, la morte, il destino in una sorta di parabola che ha però la profondità del romanzo. Personaggi ben tratteggiati, ma soprattutto, ancora una volta, un’ambientazione raccontata nel dettaglio che ci porta in una Bilbao in festa, tra porto e vicoli pieni di locali, bar e marinai, pensioni da pochi soldi e tensioni politiche. Una storia di morte e resurrezione, di sangue e acqua distruttrice, un calvario di Noah dove tutto però è e resta umano e terreno. E ancora una volta, come sempre con Redondo, una Spagna cupa e piovosa, misteriosa e lontanissima dal sole dell’Andalusia.

Così come lo è la Galizia raccontata da Domingo Villar con le indagini del suo Leo Caldas, che si muovono con passo lento e pensiero fine in una Vigo dove piove spesso e dove il mare e il porto la fanno da padrona. Per chi ha letto i magnifici La spiaggia degli affogati e L’ultimo traghetto da non perdere è Occhi d’acqua che in realtà è la prima indagine di Caldas sempre pubblicato da Ponte alle Grazie (traduzione Silvia Sichel). Per chi dovesse ancora scoprirlo, il consiglio è di iniziare da qui. Un giallo più breve, più compatto, senza sbavature, un Caldas con cui si avrebbe sempre voglia di bere un bicchiere di bianco e mangiare pesce al bancone di Carlos.