Famiglie tra ordinario e straordinario: i Fang e gli Wapshot

Dev’essere stato per via del La famiglia Winshaw di Coe, ma è più forte di me, quando entro in libreria e trovo una “famiglia”, finisce spesso che me la porto a casa. Del resto, anche quel capolavoro delle Correzioni di Franzen è una storia di famiglia. Ed è stato così per la  recente ristampa delle Cronache della famiglia Wapshot di Jonh Cheever. So che lui è noto e amato e considerato uno dei più grandi scrittori americani per i racconti, ma pazienza. Questo è un romanzo, ed è anche vero che non è un romanzo perfetto dal punto di vista della costruzione e del ritmo, in tutte le sue parti, non ammicca, a tratti mi è parso quasi dispersivo nella prima parte, ma la seconda, quella in cui i due fratelli Wapshot crescono ed escono di casa per andare in cerca di fortuna, carichi di quell’importante bagaglio familiare (ma in fondo, quale bagaglio familiare non lo è?) è semplicemente strepitosa. Il libro diventa un racconto di formazione dove si  seguono in parallelo due esistenze che da lontano possono apparire assolutamente “medie” o “mediocri” ma che invece, se osservate da vicino, anzi da vicinissimo, diventano straordinarie nella loro quotidianità, nell’intensità dei sentimenti che determinano le scelte, nel dolore e nella frustrazione delle donne che i due fratelli Wahpshot incontreranno e ameranno. E c’è anche l’omosessuaità, più che sfiorata, con una delicatezza struggente, la depressione, la paura di vivere e del mondo. Tutto vero o verosimile, nessun escamotage o colpo di scena, ma la potenza della narrazione per rendere epica, tragica o comica anche la più ordinaria delle esistenze.
Esistenze che non hanno invece nulla di ordinario in un’altra famiglia uscita di recente in libreria: La famiglia Fang, romanzo d’esordio dell’americano Kevin Wilson. Divertente e tragico insieme, il libro racconta l’esistenza di due genitori artisti che coinvolgono i  figli, la bambina A e il bambino B, ossia Anne e Buster, in una serie di improbabili performance che puntualmente coinvolgono un ignaro pubblico tentando, nella migliore delle ipotesi, di causare profondo imbarazzo. Ai capitoli dell’infanzia di A e B con questi genitori decisamente straordinari (ma che è impossibile non detestare all’istante), si alterna il racconto della loro vita da adulti. Anne è diventata un’attrice con qualche problema psicologico, Buster uno scrittore non di successo. Entrambi sembrano totalmente incapaci di vivere una vita che non li porti all’autodistruzione. Impossibile non ridere, per quanto il ritratto sia assolutamente tragico: arte e vita, unicità e serialità, regole e sovvertimento, un crinale difficile su cui costruire la propria felicità, ma soprattutto le basi per quella dei propri figli. Che ai bambini, in fondo, faccia meglio una sana banalità quotidiana? Il libro è stato osannato da molta critica ed è davvero bello, a tratti raffinato e sicuramente intellettuale. Però, ecco, lasciate stare. Cheever resta un’altra roba.

J.Cheever. Cronace dalla famiglia Wapshot, Feltrinelli, 378 pp. Traduzione di V. De Simone

K. Wilson, La famiglia Fang, Fazi, pp 397, traduzione di S. Castaldi.

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