Il commissario Ricciardi va in tv, da riscoprire in libreria

De Giovanni Commissario RicciardiAffamata di storie, la macchina delle serie tv non risparmia ormai nessuno. E così è arrivato sulla tv nazionale anche il commissario Ricciardi, il personaggio forse più letterario, poetico ed etereo dell’attuale panorama dei gialli nostrani che in video prende le sembianze del bravo Lino Guanciale.

E in libreria tornano nuove edizioni della serie, tutti pubblicati da Einaudi. Una serie non eterna che, caso forse più unico che raro, ha una fine, annunciata dallo scrittore Maurizio De Giovanni che non coincide fortunatamente con quella dell’autore, che ha firmato anche la serie dei Bastardi di Pizzofalcone (già da tempo anche in tv) e ora autore di un nuovo personaggio femminile (Mina Settembre, già sullo schermo).

Ancora una volta lo scrittore partenopeo ci porta nella sua città, ma con Ricciardi ci troviamo negli anni Trenta, dove impera il fascismo ma ancora sono lontani gli echi di guerra, con poche auto e senza telefono. Il passo dei romanzi che vedono protagonista Ricciardi è lento, l’atmosfera densa, la ricostruzione storica affascinante. È una lettura da assaporare, non sarà l’azione a farvi girar pagina, ma piuttosto la sensazione di calore. Ritrovare Ricciardi, il suo mutismo, i suoi fantasmi, la sua resistenza a vivere una vita piena e felice, il suo rigore e il suo equilibrio è un po’ come avvolgersi in una coperta davanti a un fuoco scoppiettante.

Ci si immerge così in una lettura fatta di melanconia, nostalgia, riflessione sul giusto e lo sbagliato, il bene e il male, ma anche sul destino e il libero arbitrio, sul potere e sulla politica.
Pochi i personaggi di contorno a cui è impossibile non voler bene, in primis Maione, fedelissimo assistente del commissario, con la sua famiglia e i personaggi femminili, incastonati in ruoli dettati dalla società dell’epoca, ma non per questo remissivi o solo ornamentali. E poi il medico, dallo humor nero e dalle forti convinzioni antifasciste. Sullo sfondo una storia d’amore lunga tutti i romanzi raccontata con pudore, con ritmi così lontani da quelli odierni da risultare davvero fuori dal tempo (una delle ragioni per cui è più che mai consigliata la lettura dei libri in ordine di apparizione, anche se ogni volume racconta un’indagine dall’inizio alla fine).

Le trame non sono però un mero orpello, sono curate, complesse, aprono squarci nell’animo di vittime e carnefici, spargono sale su ferite sociali che ancora oggi piegano quella città così unica al mondo. Non è un caso che prima di finire in tv, Ricciardi sia già diventato protagonista di una serie a fumetti e, soprattutto, sia amatissimo tra gli ascoltatori di audiolibri.
A dar voce a quel mondo è infatti uno straordinario Paolo Cresta che con la sua voce sembra dare materia alle parole, accompagnando i “lettori” con un passo delicato ma deciso che rende difficile abbandonare la serie.

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