Il nuovo Robecchi, aspettando la serie tv

Alessandro RobecchiCome sempre attesissimo, il nuovo romanzo di Alessandro Robecchi ha ricevuto la consueta attenzione dalla stampa nazionale.
Del resto Robecchi è penna apprezzabilissima per la sua rubrica su Il Fatto Quotidiano, autore televisivo di Maurizio Crozza e, ormai soprattutto, giallista della scuderia Sellerio con la sua serie incentrata su Carlo Monterossi.
Se nell’ultimo episodio l’ironico autore televisivo inventore di Crazy Love con la mitica Flora De Pisis era rimasto in disparte per lasciar voce ai due poliziotti di cui avevamo fatto la conoscenza nei romanzi precedenti, con una storia amara che affondava nella Milano meno sfarzosa e più cupa, qui Monterossi torna protagonista. Anzi, coprotagonista con la stessa Flora, al centro di un misterioso rapimento che dà il titolo al libro.
Lo spunto è utile per la verità non tanto per raccontare una storia di mistero, ma per far emergere in modo strabordante uno degli elementi che avevano attraversato, in modo più o meno carsico, i primi sei romanzi: la satira di costume.
Eccoci dunque di fronte a una storia decisamente inverosimile capace di raccontare meglio della cronaca lo stato del paese o di un pezzo di paese. Nella fattispecie, per Robecchi, il sistema della comunicazione di massa, tv, siti di informazioni, grandi quotidiani.
Divertenti se non esilaranti sono le pagine in cui è facile identificare in controluce gli ospiti fissi di alcuni talk show, il formulario di frasi fatte, lo show sempre uguale a se stesso di fronte a qualsiasi avvenimento di portata nazionale.
A fare da controcanto la vicenda umana di un poeta come Robert Desnos, sconosciuto ai più, surrealista dalla vita quanto mai avventurosa, morto in un campo di concentramento. Quasi a dire che un’altra via è possibile?
In ogni caso, mette in luce Robecchi, la via della comunicazione di massa sembra essersi avvitata su se stessa e il rifugio resta quello della propria cerchia intimissima per Monterossi che ha al suo fianco una sempre più presente e affascinante Bianca Ballesi (tanto da far sognare all’implacabile e fedelissima Katrina addirittura un piccolo Monterossi in futuro…).
E per gli amanti della serie sta soprattutto qui il piacere della lettura in un libro che sembra voler ribilanciare l’ultimo, così diverso per registro e tematiche.
Ma inutile negarlo, manca un po’ il Robecchi dei primi romanzi dove invece convivevano e si mescolavano tante anime: la satira e la pietas, lo sguardo sulla città stratificata tra gli ultimi e i primi, tra le periferie e lo sfavillante centro, tra il benestante radical chic (quasi suo malgrado e con molta consapevolezza) Monterossi e i poliziotti testardi e tenaci, felici di un appartamento di poche stanze. Anche perché, ahinoi, la realtà è ormai talmente eccessiva e sguaiata che non serve la satira per svelare che il re è nudo.
Nota a margine: Monterossi sarà protagonista di una serie tv e avrà il volto di Fabrizio Bentivoglio (che sì, è osembra più vecchio di come ci siamo immaginati il personaggio in questi anni…).

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