La profondità della Scozia

Come Cani SelvaggiEcco un degno ritorno del caro vecchio John Rebus, in Come cani selvaggi (Sonzogno, trad. Alberto Pezzotta). Ian Rankin finalmente torna a raccontarci una trama avvicentente portando in scena la malavita di Edimburgo e gli intrecci all’interno della polizia dove Rebus torna come “consulente” esterno e dove in realtà le ragioni degli efferati crimini su cui Siobahn Clarke si trova a indagare affondano le radici in un passato che con la malavita “classica” non ha molto a che fare. Due piani per una doppia indagine, con più piani di investigazione parallela, dialoghi serrati, mai un momento di noia. Il Rankin che conosciamo insomma, forse fin troppo, si potrebbe obiettare. Ma leggere questo romanzo è come fare una bella rimpatriata a Edimburgo e dentro peraltro (ma di più non si può dire) ci sono elementi che portano dritto dritto a un altro grande scrittore di noir e gialli scozzese, Peter May. Per chi non la conoscesse, consigliatissima la cupissima trilogia ambientata nelle Ebridi esterne con protagonista l’ispettore Finn che da Edimburgo torna sull’isola natale. Storie  che hanno un sapore di ancestrale di terre inospitali da cui sembra tuttavia impossibile staccarsi, trame perfettamente orchestrate nella loro complessità, personaggi sfaccettati e curati sin nel minimo gesto o dettaglio, una comunità ai confini del mondo con riti, usanze e pratiche ormai uniche su un’isola dove cresce un solo albero e dove per scaldarsi si brucia la torba. Eppure, per quanto l’isola ne abbia influenzato modi e comportamenti, è impossibile non sentire vicinissimi i dolori, gli amori, i pentimenti dei personaggi, tutti così umani nella loro imperfezione (tutti editi da Einaudi: L’isola dei cacciatori di uccelli, trad. Anna Mioni, L’uomo di Lewis e L’uomo degli scacchi, trad. Chiara Ujka). Un viaggio in Scozia che fa venir voglia di andare a leggere un altro autore di genere scozzese che in Italia per lungo tempo è stato trascurato dalle grandi major dell’editoria (e pubblicato da Tranchida) e che Rankin stesso considera il proprio maestro: William McIlvanney, scomparso nel 2015, inventore dell’ispettore Jack Laidlaw. Siamo a Glasgow e anche qui non è certo l’allegria a fare da padrona, ma la profondità dello sguardo che in un giallo fa emergere tratti sociali e meccanismi psicologici. Feltrinelli ha pubblicato quest’anno il terzo volume Strane lealtà, del 1991, mentre nel 2013 aveva pubblicato il primo Come cerchi nell’acqua  e nel 2014 Il caso Tony Veitch (del 1983) tutti tradotti da Alfredo Colitto.

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