Liten, ambientazione letteraria che è un’innocua evasione

Omicidio Fuori Stagione J.SeamanPare si celi un noto autore italiano dietro lo pseudonimo di Arwin J. Seaman, che si vede che di gialli svedesi non ne avevamo abbastanza di quelli originali. Non che in effetti manchino nemmeno quelli ambientati nel Belpaese. Comunque sia, Omicidio fuori stagione, pubblicato da Piemme, è ambientato in un’isola immaginaria a mezz’ora di traghetto da Malmo, Svezia. E il romanzo viene annunciato come il primo di una serie che continuerà a svolgersi in un posto che in confronto la Cabot Cove della Signora in Giallo era una metropoli tentacolare.

Isola da cartolina con tanto di lago vulcanico al centro, Liten è una ricostruzione letteraria a dir poco fantasiosa. Nemmeno duemila abitanti divisi in due borghi rivali, uno più dedito al turismo, l’altro agricolo. Tre poliziotti, una farmacia, una scuola elementare, un pub. A indagare sul primo omicidio mai avvenuto in quel luogo paradisiaco è Henning, affascinante ispettore della Scientifica abituato a spezzare il cuore a tutte le donne che cedono al suo del resto irresistibile fascino dopo essere stato lasciato dalla piccola Annelie. Annelie che ha scelto di vivere proprio sull’isola di Liten. I due si incontrano dopo quattro anni.

Da qui in poi non si può dire altro della trama, trattandosi appunto di un giallo. Accanto a Henning un giovane agente molto sveglio e simpatico che chissà. La trama regge, per quanto appaia da subito piuttosto inverosimile, come inverosimile è del resto l’intera Liten. Se cercate un thriller che usi la suspense per raccontare altro, ecco forse non è proprio il libro giusto. Ci sono alcuni bei personaggi di contorno, belle trovate, ma nel complesso il pregio maggiore del libro è proprio quello di costruire un ingranaggio con tutti gli ingredienti per intrattenere il lettore con arguzia.

E il finale non delude e i lettori più attenti potranno addirittura indovinare o intuire la soluzione con il giusto anticipo ma senza certezze. Le inquietudini che pure attraversano personaggi – inquirenti e non – hanno qualcosa di patinato, non mordono davvero, non fanno soffrire, non convincono fino in fondo. Proprio come accadeva per Cabot Cove, siamo di fronte a libro di evasione. Di quelli che, chissà, potrebbe in futuro produrre anche un Intelligenza Artificiale: dati gli ingredienti, ecco una trama che sfidi il lettore umano come un gioco, un passatempo (i romanzi e le storie possono essere tante cose si sa). E chissà, quando arriverà in quel momento, quanti pseudonimi più o meno verosimile vedremo fiorie. Intanto un nome l’abbiamo, è quello del bravissimo Gabriele Donolato che lo legge per la versione in audiolibro.

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