Pennacchi e quel legame tra il Bardo e il Poiana

Penn

Grazie alla ormai celebre maschera del Poiana resa nota in particolare dalla trasmissione di Zoro Propaganda Live, Andrea Pennacchi non ha certo bisogno di presentazioni. I suoi spettacoli teatrali fanno il tutto esaurito a tutte le latitudini ed è impossibile non associarlo al personaggio che si è inventato: un veneto aggressivo, pieno di pregiudizi, razzista, ignorante, supponente. Un po’ uno specchio di un pezzo di paese che tanti hanno inizialme te scambiato come un “semplice cittadino” quando fece l’esordio online.

Ed è questa solo una delle tante amenità che scopriamo nelle 128 pagine di Shakespeare and me (edito da People) scritto dallo stesso Pennacchi per raccontare di se stesso e del suo rapporto, come ci dice il titolo, con il Bardo inglese. E così, con un racconto autobiografico, Pennacchi ci racconta come ha scoperto il grande William e come quella scoperta abbia finito per influenzare tutto il suo lavoro, Poiana compreso. Partendo da Bruce Lee, attraverso l’istituto aeronautico di Forlì dove Pennacchi, classe 1969, si è diplomato, percorriamo la sua giovinezza lontana da qualsiasi aspirazione accademica, la scoperta del teatro, della letteratura, dell’università, a Padova.

Una lettura insieme divertente e profonda, che mescola alto e basso, che restituisce a Shakespeare la sua enorme, insuperata e forse insuperabile statura. Un’architettura di cui ancora oggi possiamo fare ciò che vogliamo, che non ha bisogno di traspozioni filologiche per sopravvivere, semmai il contrario, che è archetipo e quindi non teme il tempo, il tradimento, la riscrittura e la libera interpretazione. Magnifico il racconto del Falstaff, tra veneto e inglese.

Nota a margine, in particolare per i ravennati: l’omaggio alla non-scuola di Marco Martinelli, con parole che emozionano e toccano nel profondo in attesa dei prossimi debutti nelle scuole superiori che sempre più sembrano ormai diventate un luogo di sofferenza e costrizioni per i ragazzi più che di libertà (e dove dunque più che mai ciò che è non-scuola invece di invecchiare si fa necessario).
Tra i tanti meriti di Pennacchi, infatti, c’è anche la particolare attenzione che riserva ai pubblico dei giovani e in particolare scolastico. Ma il libro è godibilissimo per tutti e particolarmente consigliato nella versione audiolibro, ovviamente letto dallo stesso Pennacchi per tre ore di ascolto alla fine delle quali si è riso, riflettuto e (probabilmente) anche imparato qualcosa sull’opera di Shakespeare.

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