Tra fascismo e resistenza (purtroppo) si chiude la trilogia di Evangelisti

Valerio EvangelistiSi arriva alla fine della seconda guerra mondiale e no, non ci sarà un quarto tomo. Lo dice l’autore stesso, questo Nella notte ci guidano le stelle  chiude così l’opera Il sol dell’avvenire, divisa appunto in tre tomi e scritta da Valerio Evangelisti nel corso degli ultimi tre anni. In totale oltre millecinquecento pagine che raccontano le vicende di tanti rami di una famiglia ravennate tra la fine dell’Ottocento e metà del Novecento che servono da spunto e da occasione narrativa per raccontare il ben più vasto affresco storico della nascita del socialismo, del movimento sindacale e soprattutto cooperativo tra la Romagna e Bologna, con qualche puntata a Ferrara. In questo terzo volume che ritrova il ritmo narrativo del primo (il secondo è quello che risulta forse più faticoso) si narra dell’avvento del fascismo, dell’entrata in guerra e del riscatto della resistenza. Ancora una volta Evangelisti sceglie protagonisti defilati, di simpatie antifasciste ma non fortemente politicizzati per permetterci di capire il clima, la situazione senza perderci nei mille distinguo del movimento socialista e permettendoci così di tastare concretamente gli effetti delle lotte, delle sconfitte e delle vittorie politiche sulle vite dei singoli. Terzo tomo di una storia unica, è a sua volta diviso in tre parti che raccontano tre storie tra  Bologna e Conselice, la Romagna e la Spagna, Faenza, Tredozio e Modigliana fino a una puntata all’isola degli Spinaroni. I temi sono enormi e per molti versi noti eppure Evangelisti riesce a dar loro una luce e un’angolazione mai banale e a renderle inediti almeno per gran parte dei lettori. E si capisce così come  se il fascimo è il male, lo è per ragioni (anche) economiche e si attesta come forza di governo (anche) per l’incapacità della controparte di capire cosa fosse davvero in ballo. Non solo, i fascisti non sono tutti cattivi, non sono tutti monolitici, hanno o possono avere anche dubbi e  tormenti quasi crepuscolari, quasi a fare da contraltare contro la vitalità e l’energia  solare di chi li contrasta. Eppure, pur restando lontano da qualsiasi revisionismo,  Evangelisti non nasconde le ombre del riscatto della Resitanze. Non mette mai in scena figurine sbiadite dalle retorica. Ed è anche per questo che il romanzo si conferma  un grande  affresco storico e popolare che rileggendo il passato ci interroga spietatamente sull’oggi, sull’idea di conquista sociale, di solidarietà, di battaglia politica.

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