Tutta la suspense di Ana Reyes

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Ana Reyes – Casa dolce casa (Feltrinelli)

Maya ha 25 anni e convive a Boston con Dan. Sta cercando di smettere con i sonniferi senza cadere nell’alcolismo e fatica a tenere insieme i pezzi della sua vita. Un po’ per caso si trova a guardare un video divenuto ormai virale dalla sua cittadina di origine, si tratta delle riprese di una videocamera a circuito chiuso di un locale in cui una ragazza, che lei non conosce, muore improvvisamente mentre sta parlando con un uomo. Un uomo che Sarah riconosce e che è convinta sia il colpevole di quella e di un’altra morte, anni prima. La morte della sua migliore amica, Audrey, che ha per lei significato una discesa nel dolore. Non solo, Frank è un uomo con cui aveva avuto una breve relazione. Da sette anni quella storia la tormenta. Paranoia? Ossessione? Quanto possiamo credere a Maya?

La suspense delle pagine iniziali ci fa entrare in una trama da thriller psicologico mentre Maya decide che deve tornare a casa per fermare quell’uomo, ormai certa della sua colpevolezza, anche se non può in alcun modo dimostrarla, anzi. Il video è chiaro, la donna muore improvvisamente senza che lui nemmeno la sfiori. Da qui inizia il romanzo a ritroso che racconta il passato di Maya poco più che adolescente, tra i boschi dello Utah (il titolo originale del libro non è forse memorabile ma certo meno trito e più significativo di quello italiano: The House in the Pines). Quasi un romanzo dentro il romanzo, dove scopriamo la sua profonda amicizia con Aubrey che intreccia un altro filo della trama, la complessa vicenda del padre di Maya che ci porta invece lontano dagli Usa.

Casa dolce casa di Ana Reyes (pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Elena Cantone, quasi certamente non responsabile per la scelta del titolo, a fine 2023) è anche, dunque, un romanzo familiare che in particolare si sofferma sull’indissolubile legame madre-figlia (adulta). Si tratta di un libro con qualche limite (soprattutto nella risoluzione finale, che a un certo punto diventa un po’ prevedibile e meno spettacolare di quanto l’autrice forse sperava), ma che ha comunque molti pregi, a cominciare dalla voce narrante di Maya, la protagonista, sfaccettata, complessa, tormentata che conosciamo da ragazzina e poi come giovane donna. Chissà se anche un libro così potrebbe essere bollato come “romance” da certa critica che di recente ha fatto discutere per un’analisi piuttosto superficiale della scena letteraria femminile nostrana su una delle testate più importanti, quale è doppiozero. Ma davvero c’è poco bisogno di stare a difendere donne che scrivono, o anche di sta- re ad attribuire etichette.
Intanto, a questo proposito, qui si aspetta a breve l’uscita di due autrici che scrivono gialli come Alicia Gimenez-Bartlett, che torna il 23 aprile sempre per Sellerio con la sua Pedra Delicado (in grado di sopravvivere a qualsiasi riduzione per la tv) e di Fred Vargas con Adasmberg (a giugno).

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