Accademia Bizantina, perfetta interprete del barocco musicale (anche a fin di bene)

Accademia Bizantina Teatro Goldoni

I principi elettori del Sacro Romano Impero erano una stretta cerchia di persone deputate a designare l’imperatore. La Crisobolla del 1356, emanata da Carlo IV di Lussemburgo l’anno successivo alla sua nomina imperiale, normava proprio le funzioni degli elettori. In base ad essa, infatti, questo manipolo di persone, che in origine erano sette (tre arcivescovi e quattro principi laici), oltre a “certificare” il nuovo sovrano, svolgeva funzioni di consiglio. Durante la guerra dei trentanni, che servì alla storia uno spezzatino di Sacro Romano Impero, il numero degli elettori aumentò e intorno alla metà del Seicento venne definito il loro trattamento. Seguendo questa norma, Arcangelo Corelli si rivolse, nella dedica delle sonate a violino e violone o cimbalo op. 5 del 1° gennaio 1700, quindi all’Altezza Serenissima Elettorale Sofia Carlotta di Brandeburgo, donna passata alla storia non per essere sorella minore del primo re britannico del casato degli Hannover (che arriverà fino alla regina Vittoria), ma per la sua capacità di divenire centro di riferimento culturale di tutta Europa. È noto che la musica fosse per lei uno dei fuochi del suo interesse tanto che oltre a essere una valente clavicembalista, si impegnava con buoni esiti nella composizione. Non meraviglia che, quindi, fossero molti i musicisti che orbitavano intorno a questa figura così potente e dal punto di vista politico, e da quello culturale.

Il programma pensato dal musicologo Bernardo Ticci e Accademia Bizantina gira tutto intorno alla figura di questa regina prussiana e ai compositori che, in diverse maniere, erano attratti gravitazionalmente da questo Sole culturale. Attilio Ariosti, Giovanni Bononcini, Gottfried Finger, Francesco Geminiani, Alessandro Scarlatti, Giuseppe Torelli. Questi i compositori portati sul palco del teatro Goldoni di Bagnacavallo nella serata del 7 giugno dall’orchestra romagnola famosa in tutto il mondo e il teatro pieno dimostra il grande attaccamento che il territorio ha verso questa eccellenza, devozione reciproca dimostrata dal gesto di Accademia Bizantina di devolvere l’incasso della serata a favore delle persone colpite dalla recente alluvione.

Il concerto è stato meraviglioso, come di consueto quando si parla dell’Accademia. Non una pecca, nessuna sbavatura, un suono perfetto, equilibrato, mai volgare, ma capace di essere piuma o fero alla bisogna, grazie a ognuno dei valenti musicisti che meritano il grande successo riscosso. È evidente che il direttore, il magnifico Ottavio Dantone, non abbia difficoltà a ottenere dall’orchestra la messa in pratica delle proprie idee musicali. Riassumere, quindi, tutta la serata in una sola parola? Chapeau!

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