Bene il liceo musicale anche a Ravenna, ma quali sono le prospettive future?

Liceo Musicale
Così, finalmente, si parte. Dopo anni in cui lo si chiedeva invano, anche Ravenna avrà, a partire dall’anno (scolastico) venturo, l’agognato liceo musicale. Era ora.
Le iscrizioni non sono state numerosissime, sebbene incoraggianti, tuttavia, è un ottimo segnale che il percorso che porta dalle scuole medie a indirizzo musicale fino al conservatorio si sia arricchito del passaggio intermedio lasciato vacante, nella provincia ravennate, dalla riforma dei conservatori a oggi. Questa trasformazione, infatti, ha inglobato all’interno della scuola dell’obbligo il curriculum musicale nella sua totalità. Ora gli studenti potranno imparare uno strumento in seno alla scuola secondaria di primo grado (le medie), per poi proseguire alla scuola secondaria di secondo grado (il liceo, appunto) e concludere il percorso in conservatorio.
Ciò significa intraprendere gli studi di strumento a undici anni, proseguirli a quattordici e cominciare il percorso per conseguire il diploma accademico (e non laurea!) di strumento a diciannove, per concludere il celebre 3+2 intorno ai ventiquattro anni.

Solo che per una carriera musicale ventiquattro anni sono già un’età considerevole (non ancora drammatica, sia chiaro). La situazione precedente alla riforma permetteva l’ingresso in conservatorio già dagli otto anni e, di conseguenza, tra i diciotto e i venti si poteva già essere diplomati. C’è poi un punto interessante da valutare. Qual è la prospettiva degli studenti del liceo musicale (e, conseguentemente, del conservatorio)? È evidente che il mercato della musica sia ormai nella sua stagione autunnale, con sempre meno orchestre e quindi ricettive verso la forza lavoro che si formerà negli anni a venire. Ciò potrebbe portare a una sovrapproduzione di musicisti che non potranno trovare lavoro.

Questo futuro potrebbe dover far ripensare a questa filiera d’istruzione musicale, dando invece, più valore all’istruzione musicale di base, magari inserendo come materia curricolare obbligatoria in ogni scuola secondaria di primo grado lo strumento e creando, così, una sensibilità maggiore verso la musica e la sua pratica. Ciò darebbe nuova linfa a coloro che per diletto suonano nel proprio tinello e che, consapevolmente, si recano ai concerti dei professionisti, prendendovi parte non come vittime dell’ostentazione di uno status, ma come individui capaci di discernere con spirito critico spettacoli che, a quel punto, avrebbero (ancor di più) lo stimolo per essere qualitativamente significativi.

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