martedì
24 Giugno 2025

Breve campionario di pratiche da evitare durante un concerto

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Come si ascolta la musica eseguita in pubblico? Frequentando le sale da concerto è evidente che questa domanda tanto retorica non è, visto ciò che accade a zonzo per il Belpaese. Dire con le orecchie aperte sembra pleonastico, invece non è affatto scontato, ma ascoltare senza attenzione è un peccato veniale in confronto a ciò che il pubblico è abituato a fare.
Una delle cose più disturbanti, per gli esecutori, è lo scartamento della caramella. Normalmente questi dolciumi risiedono per decenni nelle borse delle signore e solo dopo essersi fuse a dovere con l’incarto plastico vengono finalmente acciuffate da mani avide, ma estremamente lente, che prolungano l’attesa del dolce conforto in un climax che libera il piacere dei musicisti solamente al termine della certosina scarcerazione del conglomerato zuccheroso dalla sua prigione polimerica.

Non può certo mancare in questo elenco il trillo imponente del telefono. Normalmente questa invasione di campo sonoro non si limita a una breve apparizione, ma si prolunga almeno per qualche decina di secondi utili al proprietario del dispositivo per rendersi conto di essere il fortunato coesecutore dell’esibizione in scena. Nel “migliore” dei casi, poi, questo essere, tendenzialmente antropomorfo, risponde con piglio deciso, comunicando al malcapitato, all’altro capo del telefono, di essere nel bel mezzo di una rappresentazione musicale di grande rilievo, descrivendo con dovizia di particolari ogni dettaglio.
Menzione speciale merita la bottiglietta d’acqua. Già suggerla (ancora passi all’aperto con la calura estiva, non certo a teatro d’inverno) è deprecabile, ma ridurla ai minimi termini per ben riciclarla, se da un lato denota una delicata attenzione verso l’ambiente, dall’altro è indice di pochissima sensibilità verso l’impegno di chi sta eseguendo musica.

C’è, infine, un genere di attività che, se era accettabile nel Settecento, oggi è da considerarsi come l’anticamera del bando a vita dai teatri: la chiacchierata. Sia ben chiaro, non la parola scambiata tra vicini, il breve commento sottovoce, ma il comizio su argomenti extramusicali che, più sovente di quanto si immagini, si riscontra specie tra coloro che siedono nelle prime file, magari nei posti riservati.
Ascoltar musica dovrebbe essere un piacere che eleva la mente, tuttavia, questo genere di atteggiamenti impediscono a tutto il pubblico di goderne e ai musicisti di veicolare al meglio il messaggio. La prossima volta che vi sedete in platea pensateci.

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