Quando il Carnevale fece nascere l’Oratorio

Oratorio MuscaleCiclicamente il calendario ci ripresenta inesorabilmente le sue tappe che, nel corso dei secoli, non erano scandite, come oggi, dal ticchettio dell’orologio della fatturazione, bensì seguivano un alternarsi di eventi agresti e religiosi che, come due corpi celesti, orbitavano intorno a un unico centro di massa, Dio ovviamente, ma che comprendeva anche una componente umana.

Non è casuale, infatti, che i più grandi avvenimenti del calendario cristiano (non solo cattolico) abbiano come vertice la figura di Gesù, Dio fatto uomo. Che la Pasqua e il Natale siano le festività più importanti va da sé, tuttavia, oggi è caduto nel dimenticatoio il significato del Carnevale, diventato oramai a tutti gli effetti solo un giorno di bagordi, ideato per far spendere denari in costumi e dolciumi. Dimenticando, invece, la componente del fanciullesco baccanale di stampo consumistico si può ancora comprendere questa festa e contestualizzarla all’interno del proprio ambito. Forse non tutti sanno che il Carnevale era l’ultimo giorno nel quale, sfruttando l’onda lunga del Natale, ci si cibava (chi poteva!) in maniera più ricca tanto che l’ultimo giorno di questo periodo di festa è tutt’ora chiamato Martedì Grasso (perché Carnevale è il periodo, non un giorno solo).

Ebbene, ci si chiederà tutto ciò che c’entri con la musica. Facile la risposta, in realtà. La musica è sempre stata il più importante (e invisibile) dei paramenti sacri, capace di sottolineare con la sua presenza (e con la sua assenza, basti pensare al Venerdì Santo) la sacralità del momento. Ciò è vero dentro la liturgia, ma lo è anche fuori. In effetti, la stagione operistica era storicamente racchiusa tra Santo Stefano e Carnevale. Con il Mercoledì delle Ceneri era fatto divieto di mettere in scena opere liriche. Tutto ciò era molto rispettoso della sacralità della Quaresima, ma meno delle tasche dei musicisti che, anche se di magro, dovevano pur mangiare.

Nacque così l’uso di eseguire (e non mettere in scena, per carità!) composizioni che narravano una storia (come le opere), avevano una drammaturgia (come le opere), erano cantate e suonate (come le opere), ma venivano rappresentate senza azione scenica e le vicende ivi narrate erano, quasi sempre, di estrazione biblica o comunque morale. Era nato l’Oratorio, non quello dove i ragazzi si trovano a giocare al pallone, ma un genere che ebbe grandissima eco a partire dal Seicento e che rimase in auge fino a tutto l’Ottocento.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24