Ogni teatro ha le proprie tradizioni, usanze e costumi. Va da sé che, abbia anche le proprie rassegne e il teatro Alighieri di Ravenna ne ha molte e ben congegnate. Una tra le più prestigiose di esse è quella organizzata tutti gli anni dall’Associazione Musicale Angelo Mariani, Ravenna Musica. Presentata sabato 29 novembre questa rassegna denuncia fin da subito la volontà di alzare la qualità, già solitamente alta, della proposta musicale grazie a una grande intesa con l’Accademia Pianistica di Imola, fucina di veri e propri talenti.
Ciò che si potrà ascoltare, potrà accontentare tanti palati: sicuramente gli amanti del pianoforte potranno dirsi contenti dato che ben tre dei nove appuntamenti saranno, nei fatti, dei veri e propri recital per questo strumento solo. Un solo appunto, forse l’appuntamento con le Variazioni Goldberg avrebbe potuto avere un timbro diverso, quello del clavicembalo, non necessariamente per coerenza storica (sebbene i pianisti le suonino spesso, queste sono pensate per uno strumento con due manuali come attestato in diverse indicazioni), ma anche, e forse soprattutto, per regalare una varietà timbrica maggiore alla platea ravennate. C’è, poi, un altro appuntamento dove il pianoforte non è solo, ma spartisce la scena col violino. In questo caso, però, l’attenzione sarà certamente puntata sul violinista, il celebre Pavel Berman, che porterà sul palcoscenico dell’Alighieri un centone di brani di grande virtuosismo.
Gli altri concerti saranno terreno fertile per le orchestre (alcune sempre in coabitazione col pianoforte) tante e sempre diverse. Interessante sarà l’apertura del concerto inaugurale, con l’esecuzione della Sinfonia concertante KV 364 di Mozart, eseguita meno di quanto meriterebbe, affidata a grandi interpreti quali sono Ilya Gringolts e Lawrence Power. L’omaggio alla Vienna classica, immancabile, non si “ridurrà” ai soliti titoli, ma proporrà anche la Sinfonia Ang 661 di Salieri.
Non mancherà il Novecento, quello storico, con la presenza di ben due titoli di Šostakovič tra i quali spicca il Concerto per violoncello n. 2 op. 126 eseguito da un monumento vivente, il grandissimo Misha Maisky. Il nuovo sarà anche nell’interessante minimalismo di Glass e del suo “Tirol Concerto” per pianoforte e orchestra.
Una stagione intrigante, che focalizza la sua attenzione principalmente sull’Ottocento e sul suo strumento d’elezione, forse tralasciando un po’ il repertorio classico e galante, ma concedendosi qualche golosa divagazione che merita più di un’opportunità di ascolto.



