Una gustosa “Quattro stagioni” con la seconda migliore orchestra al mondo

Accademia Bizantina Teatro Goldoni

Ci sono prelibatezze che non si smetterebbero mai di gustare. Una di queste, celebrata in tutto il mondo, ha origini squisitamente italiane: la pizza. Al netto delle varianti hawaiane o a stelle e strisce che fanno inorridire i palati più tradizionalisti, ci sono declinazioni che sono diventate icone anche musicali. Una delle più bizzarre, per esempio, è quella ispirata al cigno di Pesaro, Gioacchino Rossini, farcita con le uova sode e la maionese in uscita. Ci sono, ovviamente, altre farciture meno fantasiose, ma assai diffuse e tra esse non si può dimenticare la celeberrima Quattro stagioni.

Saporito come il classico del panorama culinario è stato il concerto di giovedì 7 aprile che ha visto l’Accademia Bizantina sul palco del teatro Goldoni di Bagnacavallo. In programma nientemeno che la famosa pizza secondo la declinazione vivaldiana, inframezzata da un paio di gustosi contorni.
I carciofini della Primavera, sbocciati tra le dita del maestro di concerto Alessandro Tampieri, hanno incantato per la loro bellezza tanto che perfino sul palco gli “uccellini” del celebre (e insidioso) passo nel primo tempo del concerto di Antonio Vivaldi sembravano perdersi nel fascino floreale nato da quelle armonie.
L’Estate bizantina, invece, appariva nella versione meno sbarazzina, lontana dal sapore del pomodoro e basilico, bensì più aderente alla piccantezza della salsiccia della quale si trovava intensità e coesione.
Il richiamo ai toni caldi dell’Autunno, già dalla tonalità di fa maggiore, godeva dell’affetto ebbro che il violinista ravennate sapeva riversare tra le note, ma ciò che ha rappresentato la primizia non poteva che essere il ricamo davvero notevole che il direttore Ottavio Dantone, seduto come di consueto al clavicembalo, faceva sprigionare dalla tastiera come l’aroma del fungo che rappresenta questa stagione.
Il prosciutto e le olive sono perfetto specchio del sapore dell’Inverno, dolce e salato, morbido e pizzicato, dicotomie tra le quali i musicisti sul palco bagnacavallese dimostravano di trovarsi a loro agio, restituendo al pubblico una lettura davvero entusiasmante.

A spezzare la sequenza stagionale i concerti op. 3 n. 5 e n. 10. Semplicemente superlativi. Non per niente a teatro si esibiva quella che è stata recentemente definita la seconda miglior orchestra del mondo anche se, a questo punto, è lecito chiedersi come possa suonare la prima, meglio di così è davvero difficile!

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