mercoledì
25 Giugno 2025

La troppa velocità sciupa il messaggio del testo musicale

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L’eccesso di velocità è connaturato nell’automobilista italico. Per combattere questo malcostume evidentemente connaturato nella maggior parte dei cittadini lo Stato, oltre a sensibilizzare sull’argomento, pone sanzioni e installa autovelox tanto da vincere la medaglia d’oro come paese europeo con più dispositivi rilevatori di velocità sulle strade. Eppure, il deterrente dell’esborso economico non è davvero efficace, anzi, molto spesso esalta un modus operandi ipocrita (il brusco rallentamento alla vista del congegno) e, forse, il popolo dello Stivale ha bisogno di questa futile rapidità per mantenere quella «del pensiero [che] vuol dire […] disinvoltura», come dice Calvino. Questa disinvoltura è, nei fatti, la capacità di divagazione che «è una fuga perpetua […] dalla morte». In musica la rapidità di esecuzione può essere un disvalore così come sulle strade. La troppa disinvoltura sciupa il messaggio del testo musicale e invece di farlo vivere lo perde irrimediabilmente. Ci sono, invece, ancora troppi esecutori che si beano delle proprie incredibili capacità tecniche (più ginniche che musicali) grazie alle quali sfrecciano sulle strade musicali senza alcun rispetto della parte davanti al loro naso. Ciò magari avvalorato da un affidamento autorevole, “anche Beethoven ha indicato metronomi veloci nei suoi brani”. Quest’ultima frase è, certo, vera, eppure discutibile. I metronomi beethoveniani sono davvero troppo veloci, tanto che ci sono studi che approfondiscono i significati, le letture e perfino la costruzione del metronomo Mälzel che il musicista utilizzava. Dall’ascolto delle sinfonie di Beethoven dirette sia da nomi illustri sia da perfetti sconosciuti appare evidente che ci sia una discrepanza importante tra quello che la musica richiede e quello che il compositore riteneva fosse il tempo giusto di esecuzione basandosi sull’indicazione del suo metronomo. La banalizzazione, se non la perdita in toto, del messaggio Musicale con BPM (battiti per minuto) esagerati è palese. Questo problema non ha soluzione se non ignorando ciò che Beethoven ha scritto fidandosi di uno strumento appena inventato e ancora perfettibile se non nella sua costruzione, nel suo utilizzo. Quale sia quindi la velocità giusta di un brano è detto dagli antichi trattatisti come, ad esempio, Andrea Ornithoparcus nel 1609, che prendevano a riferimento il battere del polso. Tutto sta a capire se dopo un riposino o dopo una corsetta…

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