giovedì
28 Agosto 2025

Il premio Abbiati al lughese Carlo Vistoli deve far riflettere

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Non l’ha notato quasi nessuno. Almeno a Lugo. In primavera, in effetti, la città di Francesco Balilla Pratella era concentrata su diversi temi caldi (la campagna elettorale e il piromane per citarne un paio) e poco attenta al panorama culturale locale, anzi forse nazionale, per non dire internazionale. Già, perché proprio il 25 aprile uno dei figli della città dei fratelli Malerbi è stato tra i vincitori del più ambito premio musicale italiano, il premio dei critici, l’importantissimo premio Abbiati.

Forse avete già inteso chi sia il vincitore, tuttavia è bene dirlo a chiare lettere: Carlo Vistoli. Già la stella di questo cantante era splendente, ma con questo premio Vistoli si consacra completamente quale vero e proprio astro attorno al quale sta ruotando il mondo della musica. I suoi successi sono sotto gli occhi di tutti, tanto che si può dire senza tema di smentita che la sua carriera ha un respiro internazionale di primissimo piano. Il cantante lughese, infatti, è presente su tutti i palcoscenici più prestigiosi (Salisburgo, Berlino, Parigi, Londra, Milano, Mosca, Firenze, Amsterdam, Madrid, San Francisco, …) in ruoli principali e la sua carriera è, giustamente, in continua ascesa. È vero che, già dal suo debutto sulle assi del Bonci di Cesena nel 2012, si vedeva chiaramente che le potenzialità per giungere al successo c’erano tutte. È evidente che in questi 12 anni Vistoli, oltre a trovare maestri giusti (merce rara), è riuscito a gestirsi con intelligenza (cosa assai più facile a dirsi che a farsi), partecipando a progetti che lo hanno fatto crescere in maniera definitiva, ciò è evidente e conclamato non per mezzo di questo premio, ma dall’affermazione che sta riscuotendo.

Per fortuna Vistoli, però, non ha dimenticato le sue origini e, anche se non vive più la quotidianità lughese, è molto legato alla sua terra, tanto da trovare spazio nella sua agenda per qualche concerto al Rossini, inaugurandone la riapertura dopo i lavori di ristrutturazione, prima dell’alluvione. Certo, sarebbe bello vederlo più spesso nella sua città e, se fosse ancora in piedi un certo festival di musica antica di grande spessore dal nome monteverdiano, sarebbe sicuramente possibile, tuttavia, anche nei desideri più arditi appare abbastanza improbabile che la nuova amministrazione riporti in auge ciò che qualcuno vedeva come il vero neo del decennio amministrativo appena trascorso. Non resta che sperare di ammirare presto il bravo Vistoli sul rinnovato palco del Rossini.

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