mercoledì
25 Giugno 2025

Riscopriamo il Medioevo, latore del canto gregoriano e dei trovatori

Condividi

Si parla sempre poco di Medioevo. Al solo nominarlo sovvengono alla mente solo immagini macabre. Si pensa che sia stato un periodo oscuro, grigio, vuoto, pieno solo di malattie, miseria e morte. E certo c’erano: c’erano pestilenze, carestie e guerre. Non solo, però. Per l’umanità oltre al male c’era anche il bene. La cultura faceva parte di ciò, magari non era per tutti, ma c’era. C’era anche grazie a quel mondo arabo che nell’Alto Medioevo si era preso la briga di tradurre gran parte delle più importanti testimonianze greco-latine che sarebbero andate ad arricchire, in seguito, le biblioteche europee. Tra gli argomenti di questi scritti non appariva la musica, forse per la considerazione di cui godeva tra i greci (per tacer dei romani). Ciò che accadde, quindi, nel Medioevo è da considerarsi davvero un prodotto culturale dell’occidente.

La sintesi, attribuita a papa Gregorio I, di quel movimento serpeggiante trasversalmente nelle culture cristiane è il primo vero segnale dello sviluppo musicale europeo: nasceva così il canto gregoriano. Una linea melodica facilmente cantabile anche da chi non possedeva una solidissima formazione musicale, cantata da uno o più uomini (era proprio questione di genere, sì, bisogna accettarlo, all’epoca funzionava così). Nasceva il canto ufficiale della chiesa, una monodia che in greco indica proprio il cantare solo, descrizione perfetta del gregoriano che, infatti, non prevede l’accompagnamento di alcuno strumento.

E non finisce qui diceva Corrado Mantoni. Sempre nel Medioevo (Basso questa volta) cominciò a svilupparsi a partire dal gregoriano un canto a più voci. A quanto pare si deve ringraziare l’interesse dei musicisti parigini della scuola di Notre Dame che nel XII secolo diedero il via alle prime forme di polifonia, ossia una molteplicità di suoni simultanei. È grazie a musicisti ignoti al pubblico odierno, quali sono Leonin e Perotin, che si è potuti arrivare a costruire le grandi fughe bachiane e beethoveniane tutt’oggi grandemente apprezzate.

Tutto ciò accadeva in ambito sacro. Esisteva, però, anche un movimento poetico-canoro non in latino, bensì in volgare, ammirato persino da Dante nel suo De vulgari eloquentia: i trovatori. Sviluppatisi nella Francia meridionale e presto diffusisi in gran parte dell’Europa, erano essi cantori dalla bella poesia che giravano di corte in corte cantando l’amor, non quello «che move il Sole e l’altre stelle», bensì quello che anima l’essere umano.
In fondo, anche questa è musica!

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Un appartamento storico dallo stile barocco e la rinascita di Villa Medagliedoro

Alla scoperta di due progetti di Cavejastudio tra Forlì e Cesena

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi