lunedì
27 Ottobre 2025

Quando studiare in conservatorio era un’esperienza mistica…

Condividi

ConservatorioUn foglio di carta appeso alla parete: questa è la sostanza.
Nel secolo scorso studiare in conservatorio era un’esperienza mistica, con insegnanti che tiranneggiavano o che si spendevano per i propri studenti i quali alla fine si sarebbero diplomati sotto i loro occhi. Diplomati.
Ogni strumento, prima della riforma del comparto di AFAM prevedeva un periodo più o meno lungo di studi (dai 6 ai 10 anni) per imparare l’arte musicale. Ciò che ne conseguiva era, quindi, un apprendimento quasi artigianale, proprio perché la musica è parte delle arti. Lo studente era visto, quindi, come un Giotto in potenza che si abbeverava alla fonte di un Cimabue. Conseguito il titolo, il musicista era fiero e orgoglioso di poter affermare di aver conseguito il Diploma.

Oggi, la riforma dei conservatori (necessaria dopo quasi un secolo), ha ridotto ad un 3+2 l’apprendimento superiore di qualsiasi corso di studi musicale, in un dedalo di crediti-debiti formativi figlio del processo di Bologna.

Questa riforma, caldeggiata soprattutto dagli insegnanti che speravano di veder equiparati i propri stipendi a quelli dei docenti universitari, ha quindi introdotto due titoli, precisamente il diploma accademico di primo livello (dopo il corso di 3 anni) e il diploma accademico di secondo livello (dopo il corso di 2 anni). Entrambi questi traguardi sono chiamati dagli studenti (peccato veniale) e dai docenti (peccato mortale) laurea.

Secondo la legge del 24 dicembre 2012, n.228 (commi 102-107) i diplomi accademici di primo livello e secondo livello sono equipollenti ai titoli di laurea rilasciati dalle università appartenenti rispettivamente alla classe “L-3 discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda” e alla classe “L-45 musicologia e beni culturali”.
Equipollenza, secondo Treccani, significa che sotto un certo riguardo, ha uguale valore ed efficacia e ciò è proprio dichiarato nei commi in questione, cioè al fine esclusivo dell’ammissione ai pubblici concorsi.

Quindi, anche se in certi frangenti può essere considerato laurea, il diploma accademico è legato genealogicamente al diploma dei tempi andati, si smetta di chiamarlo più o meno informalmente laurea e si recuperi, invece, il grande valore artigianale del quale è permeato il suo retaggio.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La darsena di Ravenna protagonista alla Biennale di Venezia

Nel progetto "Italia Infinita 2075" che immagina una connessione veloce sotto l'Adriatico

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi