Viola da gamba, dimenticata ma riscoperta

Ci sono strumenti che sembra vivano da sempre come l’organo, o strumenti la cui diffusione è seconda solo alla loro notorietà come il violino o il pianoforte. Poi ci sono strumenti meno celebri, ma che hanno comunque visibilità, in orchestra o nella musica da camera. Ci sono, poi, strumenti dimenticati che, per fortuna, vengono recuperati e riscoperti.

Questo è il caso della viola da gamba. Se ve lo state chiedendo, no, non è il violoncello. Ci sono differenze, tante, ma non 321.322-71. Questo, in effetti, è un codice (classificazione Hornbostel-Sachs) che corrisponde a quegli strumenti a corda che hanno un corpo a forma di “scatola” e che vengono suonati per sfregamento con un arco. Si può dire, quindi, che violoncello e viola da gamba rientrino entrambi in questo codice, ma le similitudini terminano qui. Se, infatti, il violoncello è imparentato con violino e viola e di essi è lo strumento basso, la viola da gamba non ha una sola taglia, ma può agilmente andare dal soprano al basso.

Caratteristiche costruttive la differenziano poi dalla famiglia delle viole da braccio. Essa, infatti, non ha una regola ferrea per il numero di corde che, tendenzialmente, sono sei o sette (soprattutto nella Francia del XVII secolo), ma si possono anche presentare esempi con tre. C’è poi la caratteristica forma “a pera” (e non “a otto” come il violino) che è ancora visibile sul discendente diretto della viola da gamba, il contrabbasso. Anche la costruzione del corpo dello strumento diverge da quella scavata del violoncello, presentando, invece, fondo e tavola armonica piatte. Gli stessi fori vicino al ponticello, infine, non sono a forma di f, ma più di frequente ricordano la lettera C. Grande interesse riveste anche il manico, al quale vengono legate delle corde per ottenere dei tasti che richiamano quelli della odierna chitarra.

Questi i dettagli più salienti dal punto di vista organologico, ma la differenza la fa, alla fine, l’impiego dello strumento. Dotata di un suono leggermente nasale e poco indicata per le parti di accompagnamento (così dicono le fonti storiche), ebbe larghissima diffusione durante il periodo barocco in Francia, in Inghilterra (tanto che pare che Vivaldi la chiamasse viola all’inglese) e in Germania. Molti furono i compositori che la trattarono, da sola o in gruppi (detti consort) e per non far torto a nessuno si citerà qui solamente Bach.
Nel 1991 un film rilanciò al grande pubblico questo strumento, Tutte le mattine del mondo. Correte a vederlo!

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