Qualche tempo fa, sul sito di un noto quotidiano italico, mi sono imbattuto, subito sotto le magnifiche notizie che giungono ogni giorno da questo splendido mondo di marzapane in cui viviamo, in questo titolo: «Separazioni, gravidanze e nuovi inizi: l’ultima puntata di Temptation Island che ha sconvolto tutti». E niente, di fronte a cotal sconvolgimento, che non ho ritenuto di approfondire per codardia, non mi è restato altro che stappare una bottiglia di quelle adatte all’oblio.
Come ad esempio il geniale fin dal nome “Come lunghi baci” di Vigna Flor, un uvaggio bianco di friulano, marzemina, moscato giallo e bianco, Incrocio Manzoni, glera, garganega e pinella che arriva da Monselice, nel cuore dei Colli Euganei. Avete presente l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini? Dove in dieci minuti succede di tutto? Ecco, quando apriamo il “Come lunghi baci” non si capisce più niente, gli aromi dei moscati sfidano a duello la freschezza di glera e friulano e sei già stordito, in bocca il vino prosegue coerentemente con un’esplosione di sensazioni di benessere, un caos controllato dal quale non vorresti più uscire. Vigna Flor è una piccola realtà artigiana rigorosamente naturale.
Vigne vecchie anche di quarant’anni, diraspatura manuale, vinificazione in vasche di inox e vetroresina, nessun additivo enologico aggiunto, solforosa bandita in ogni fase. Bere sano è importante, fidatevi.