Vorrei iniziare condividendo alcune parole in merito al vino dell’immenso Guido Ceronetti (poeta, scrittore, filosofo, teatrante, drammaturgo, giornalista e tanto altro), nelle quali mi ritrovo come se fossi a casa. «Il vino buono non è il vino bello, cioè non ha la bellezza volgare, ma la segreta. La bellezza del vino è quella del cuore, che l’occhio, nella sua egoistica stupidità, non può capire. Per capire un vino bellissimo, bisogna aver saputo prima respingere i simulacri pieni di frode della bellezza canonica».
Sicuramente non canonico è il Lillatrino, un Montecucco Doc 2022 ottenuto da vermentino in purezza dall’azienda Pierini e Brugi, in località Belvedere (provincia di Grosseto). Deve il suo nome dalla presenza imponente attorno al vigneto di arbusti rigogliosi di lillatro, essenza tipica della macchia mediterranea che rappresenta. Pigiatura soffice, fermentazione spontanea, affinamento in acciaio, questo bianco ci restituisce appieno il tratto di Maremma da cui proviene, storicamente vocato per la viticoltura, con un bouquet esplosivo su cui dominano gli agrumi, le note erbacee e i fiori gialli. Come sempre, le cose iniziano però a farsi serie in bocca, dove questo vermentino fuori dagli schemi si rivela allo stesso tempo euforico e compassato, di freschezza dirompente ma mirabilmente equilibrato. Il finale è lungo e balasamico. Molto bene.