lunedì
23 Giugno 2025

Il caso, a volte

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BLANG120LP 1Jeffrey Lewis – The EVEN MORE Freewheelin’ Jeffrey Lewis (2025 Vintage Voltage)

Da diverso tempo ho la passione di raccogliere storie sulle copertine dei dischi, come siano finite su quegli album, e come abbiano fatto a diventare così iconiche e celebrate. La prima cosa di cui ti accorgi, quando lo fai, è quante di quelle immagini siano in realtà finite sulle copertine del disco in maniera totalmente casuale e imprevista. Un buon esempio di come succeda è quello di The Freewheelin’ Bob Dylan, il disco che ha dato il successo al folksinger. Si dice che l’etichetta volesse un altro ritratto di studio scattato nello studio di Don Hunstein, come per il disco d’esordio. Ma Dylan non era convinto, e il fotografo aveva altre ambizioni. Avevano ideato un piano alternativo: il fotografo sarebbe andato a casa di Dylan (per ‘casa’ si intende un minuscolo appartamento del Greenwich Village in cui il cantautore viveva da qualche mese assieme a Suze Rotolo), lo avrebbe ritratto in pose di vita quotidiana e avrebbe mandato all’etichetta un’immagine abbastanza buona da convincere tutti. Ma in quel giorno del ’63 le foto non uscivano: la normalità spenta dell’appartamento non funzionava.

Avevano provato per tutto il pomeriggio, coinvolgendo anche Suze negli scatti: niente da fare. Raccontò Hunstein di aver tentato un’ultima mossa, preso dalla disperazione: usciamo fuori e scattiamo qualche foto per strada. Era febbraio, il sole stava scendendo e sembrava non essere giornata: avevano scattato mezzo rullino, nei pochi minuti che la luce aveva concesso. Bob indossava un giacchetto, nonostante la neve per terra: non voleva farsi fotografare con un cappotto addosso. Suze il cappotto ce l’aveva, e si era aggrappata al braccio sinistro del cantante. La foto era uscita così: Dylan aveva un’espressione un po’ scema, ma il fotografo si era preso bene per lo scatto. Diceva che gli ricordava le foto che Dennis Stock aveva scattato a James Dean. E così aveva convinto tutti ad usarla sul disco. The Freewheelin’ fu così bello e così ascoltato da farla diventare un immagine-simbolo degli anni sessanta. Ogni tanto esce un disco che cita direttamente quella copertina: l’ha fatto Mark Arm, ad esempio, e anche i Diaframma (Anni Luce). Venerdì scorso è uscito un altro omaggio: The EVEN MORE Freewheelin’ Jeffrey Lewis, eccezionale disco di canzoni incise a Nashville da uno degli eroi del folk indipendente americano. Tutto si tiene.

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