Cinque dischi del 2019

Perché cento dischi sarebbe più facile, mentre venti potrebbero bastare. Ma cinque è più divertente. In ordine sparso.

Billie Eilish – When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
Un’artista in grado di conquistare le classifiche di mezzo mondo, a 17 anni, con un disco che un tempo si sarebbe detto dark, tra suoni inquietanti e gusto minimalista. Un mezzo miracolo, se ci si pensa.

FKA twigs – Magdalene
L’artista più trendy di questi anni, sforzandosi di dare al termine un’accezione positiva. Quella in grado di portare il pop in una dimensione davvero contemporanea, una sorta di avanguardia per tutti.

Nick Cave & The Bad Seeds – Ghosteen
Un Nick Cave ultraterreno, lontano dalle chitarre e da tutto il resto. Un disco che sembra quasi voler far di tutto per scomparire, finendo invece con il diventare qualcosa di abbacinante.

Tyler, the Creator – Igor
Eccolo, il disco dell’anno di hip hop che non è per nulla hip hop, tra uno smisurato talento e una pericolosa tendenza alla digressione, con il primo che per fortuna prende il sopravvento sulla seconda.

Bill Callahan – Shepherd in a sheepskin vest
Da outsider della musica indie americana degli anni novanta a classico del nuovo millennio. E Bill Callahan in questo 2019 tira fuori un disco folk che più classico non si può, inteso come grande complimento.

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