Gli U2 e quelle stroncature preventive

Io vi capisco, perché in fondo sono uno di voi. Sono uno di quelli che non avrebbe mai non dico comprato, ma neppure scaricato illegalmente a costo zero il nuovo disco degli U2. E invece come ormai noto e come una discreta percentuale della popolazione mondiale me lo sono ritrovato sul telefonino senza averlo chiesto a nessuno. Vi capisco, poi, perché in fondo neanch’io sono mai stato un fan degli U2, neppure quelli dei primi dischi, neppure di Joshua Tree, mi sono sempre limitato a fare un cenno di assenso con la testa quando qualcuno diceva che era una pietra miliare del rock perché poi in effetti lo è un gran disco. Però da qui ad entusiasmarmi. Ho vissuto quindi anche il loro declino artistico e la svolta commerciale con molto distacco, sentendo alcuni pezzi in tv, che in fondo poi si facevano anche ascoltare come sottofondo. Anch’io non sopporto Bono con il suo occhiale da sole colorato del cazzo e neppure il berretto di The Edge. Non sopporto neanche che si faccia chiamare The Edge. E quindi capisco la vostra smania di sparare sulla Croce rossa, di distruggere un disco distribuito gratuitamente su iTunes, come il nuovo degli U2 (si chiama Songs of Innocence e comunque è stato pagato dalla Apple). Tutto questo ha qualcosa a che fare con lo spam, vi capisco. E così non mi sono stupito a leggere le stroncature feroci e i vostri commenti su internet. Peccato che tutta questa ferocia non salti fuori più spesso, leggendo recensioni in Italia, perché sarebbe divertente. Mi pare invece che ci si scateni in casi come questi, contro gli U2 che regalano il loro disco nuovo. Allora mi impunto e me lo ascolto pure. Una prima volta distrattamente e non mi pare così orrendo. E allora una seconda, una terza, una quarta, una quinta. Mi pare anche una sesta. Sei ascolti in pochi giorni. E allora capisco l’arma della recensione preventiva. Che probabilmente il disco mica lo avete ascoltato sul serio. Non che sia un capolavoro. Ma non fa schifo. Anzi, considerate le aspettative, è qualcosa di decente. Sono gli stessi U2 che continueranno a non piacerci, ma qui dentro ci sono canzoni ben costruite da una band che sa fare a confezionarle. Ci sono alcune cadute di stile, poi neanche tanto clamorose, ci sono le citazioni (di Arcade Fire e Coldplay, che una volta erano loro a citare gli U2, per un cortocircuito fin quasi divertente), le autocitazioni, le piccole sorprese (il finale vagamente trip hop, l’omaggio ai Clash): in definitiva una sufficienza piena. Ho  quasi paura di quello che ho appena scritto e faccio un po’ di ricerche. Fuori dall’Italia la stampa mi pare abbia ragionato di più: uno dei nomi storici di Rolling Stones assegna al disco 5 stelle su cinque, Mojo lo definisce il miglior album degli U2 da Achtung Baby. Pure troppo, ma perlomeno forse non sono del tutto impazzito.

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