L’elettronica dalla provincia

Mentre “Untrue” di Burial compie dieci anni e la mia bacheca Facebook (da qualcosa si dovrà partire) è piena di commenti sull’articolo di Simon Reynolds – il critico musicale forse più noto al mondo – che lo celebra come il disco di musica elettronica più importante di questo secolo, non posso fare a meno che notare alcune coincidenze. Il Burial italiano, o comunque almeno l’artista italiano più influenzato da Burial, arriva da Lugo, si chiama Lorenzo Nadalin, si fa chiamare Godblesscomputers ed è attualmente in tour per presentare il suo nuovo album, il terzo, “Solchi”, tra i più attesi dischi d’elettronica dell’anno in Italia, sicuramente riuscito e nuovo step verso la definitiva maturazione: la prossima data più vicina è il 25 a Modena, poi in dicembre suonerà anche a Londra. Nel frattempo torna a esibirsi da queste parti (sabato 25 novembre al Bronson per il festival Transmissions, di cui parliamo a pagina 19) Lorenzo Senni, lui invece da Ronta, vicino a Cesena, unico italiano a entrare a far parte della prestigiosta scuderia Warp eccetera eccetera (a forza di ripeterlo si rischia di dimenticare la sua musica, che lui definisce “pointillistic trance”, un’elettronica più pura e astratta di quella di Godblesscomputers, come una discoteca della Riviera anni ottanta che finisce frullata in una galleria di arte contemporanea, non so se rendo l’idea), che ha pubblicato un nuovo imperdibile singolo, quasi un anno dopo il suo primo Ep per l’etichetta inglese. Prima di lui, sempre a Transmissions, suonerà anche Matteo Vallicelli, lui invece forlivese che scopre l’elettronica dopo il classico trasferimento a Berlino e che diventa, pochi mesi fa, il primo italiano a uscire per Captured Tracks, etichetta newyorkese. La stessa sera (sabato 25, ma tornerà da queste parti anche verso Natale al festival “Passatelli” del Bronson di Madonna dell’Albero) sarà al Clandestino di Faenza invece Sequoyah Tiger, interessantissimo progetto tra elettronica e pop della veronese di origine iraniana Leila Gharib, accasatasi in un’altra etichetta di culto, questa volta tedesca, come la Morr Music.
Come per dire, in definitiva, che si può nascere anche in Italia, e non a Milano, ma in provincia, e arrivare lo stesso in cima al mondo, o quasi.
Il tutto mentre lontano dall’hype, il nostro (vedi foto qui a fianco) Adriano Zanni dà alle stampe il suo nuovo album (anche lui lo presenterà a Transmissions, domenica alle 17 al Museo d’arte di Ravenna) per la veneta Boring Machines, un emozionante viaggio tra ambient e atmosfere inquietanti, già recensito anche al di là della Manica. Tanto per ribadire il concetto.

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