11 settembre 2001 e The Queen il cinema che ci parla di attualità

11 settembre 2001, di registi vari (2002)
Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, il presidente Obama ha annunciato trionfante l’uccisione di Osama Bin Laden, la mente degli attentati dell’11 settembre 2001, pur senza mostrarci né foto né alcuna documentazione dell’importante avvenimento.  Cinema o realtà? Ai posteri, forse, l’ardua sentenza. La tragedia dell’11 settembre è stata portata sullo schermo, a caldo (era passato solo un anno) da un gruppo di grandi registi internazionali. 11 settembre 2001 è infatti costituito da 11 episodi della durata di 11 minuti e 9 secondi, in cui ciascun regista aveva mano libera di parlare dello scottante tema. Non tutti gli episodi sono riusciti, ma alcuni momenti sono davvero forti e da vedere. Primo fra tutti, Sean Penn che narra la vita di un anziano (Ernest Borgnine) che non riesce a far fiorire i suoi fiori sul davanzale. Il crollo delle torri restituirà il sole e la possibilità di vita alle piante e al nostro protagonista. Politico e “contro” anche Ken Loach, che ricorda al mondo un altro 11 settembre: nel 1973 il colpo di st ato di Pinochet in Cile uccideva non solo Salvador Allende ma anche tante vite umane e le speranze di un popolo intero. Nell’ultimo episodio del film, il giapponese Shohei Imamura mostra un parallelo tra la tragedia attuale e la catastrofe umana di Hiroshima del 1945, concludendo di fatto il film con l’indelebile frase «le guerre sante non esistono». Non è un caso che questi tre episodi, pur nel rispetto della tragedia umana, non manchino di criticare la politica americana del XX secolo. Da citare, divertentissimo, l’episodio africano di Idrissa Ouedraogo in cui in un villaggio un bimbo è convinto di aver avvistato Bin Laden, e ne organizza l’improbabile caccia. Uno dei momenti più rilassanti e divertenti di questa dura ma importante visione, che mostra come in tutto il mondo l’eco dell’attentato alle torri gemelle ha provocato reazioni di ogni genere. Ma quest’episodio assume, ora, un’importanza inattesa: e se fosse stato proprio quel bimbo ad aver trovato Bin Laden?

The Queen, di Stephen Frears (2006)
Il matrimonio dei principini ci porta alla mente un bellissimo film di qualche anno fa, in cui l’inglese Frears parla della Regina, della famiglia reale in generale, e del sentimento di un paese in  seguito alla tragica scomparsa della principessa Diana avvenuta nell’agosto 1997. Un ritratto non tenero ma complessivamente quadrato e soprattutto molto ironico. Tra i personaggi, chi ne esce bene, l’unico, è il principe Carlo, un uomo per bene e semplice, mentre la Regina possiede un freddo cinismo tale da rimandare al (successivo) Divo / Andreotti ritratto da Sorrentino. I più tartassati sono certamente gli inglesi, e in primis il loro premier di allora, Tony Blair. Commedia esilarante, passata più volte in televisione, con un cast assolutamente eccezionale: Helen Mirren è la Regina Elisabetta senza se e senza ma, mentre Michael Sheen è un Tony Blair caricaturale e convincente. Un piccolo e irriverente classico, che chi scrive spera possiate già aver già visto e rivisto, perché in caso contrario dovete tornare indietro nel tempo, noleggiare il Dvd del film e trasmetterlo sul vostro televisore durante le nozze dei due rampolli inglesi. Per redenzione.

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