(500) giorni insieme, una commedia lieve da cult che ci fa conoscere una giovane star

(500) giorni insieme di Marc Webb
Una storia d’amore (forse) vissuta da due ragazzi per circa un anno e mezzo, raccontata e montata in modo frammentario, passando dal primo giorno al duecentesimo, tornando al cinquantesimo e così via.

Tom è un ragazzo come tanti - ha rinunciato ai suoi sogni d’architetto per lavorare in una ditta di biglietti d’auguri - che perde la testa per una ragazza che riconosce, attraverso le sue cuffie, proprio la canzone degli Smiths che adorava. Lei è Sole (traduzione indegna di Summer), pronta a vivere una nuova avventura di vita e lavorativa, e a conoscere senza troppo impegno ragazzi carini e simpatici. Ma si sa che, quando la bilancia dei sentimenti pende solo da una parte, chi ha messo sul piatto i propri finirà con lo starci molto male. Raccontando una storia normale, e a dispetto di quanto scritto, l’esordiente Marc Webb realizza una commedia briosa, visionaria, brillante, a tratti comica, e soprattutto generazionale, tanto che negli Stati Uniti è diventato già un piccolo cult movie. Scandito da un ritmo incalzante e da una colonna sonora che alterna gruppi del momento (gli ottimi Mother Wolf) ai classici delle nuove generazioni (Smiths), il film dà il meglio di sé nelle scene di separazione a scapito delle scene di coppia (nonostante una divertente gag all’Ikea): è quando Tom (un grande Joseph Gordon-Levitt) esprime la sua solitudine e il suo senso di vuoto, e ne parla con un’esilarante e surreale sorellina, che il film acquista punti. Perché, nonostante ci si diverta e si senta partecipi, non ci si toglie di dosso l’idea di aver passato semplicemente una simpatica e innocua oretta e mezza. Il che non è comunque poco, per un degno erede di Harry ti presento Sally e Singles: a ognuno il suo decennio. Nota doverosa: in originale il film si chiama (500) Days of Summer, dove Summer oltre a significare “estate” è anche il nome della protagonista (Zooey Deschanel, brava assai). In Italia il gioco di parole si perde ed è un peccato. 6 1/2

Mysterious skin di Gregg Araki
Joseph Gordon-Levitt, 28 anni, è considerato in America una delle star del cinema indipendente. Sin da teenager si è distinto per aver interpretato film difficili e poco visti. Tra queste, un vero gioiello: Mysterious Skin, presentato con grande successo di critica alla Mostra del Cinema di Venezia, edizione 2004. Il film tratta un tema terribile come la violenza sui minori, e Araki decide di narrarlo proprio dal punto di vista dei due giovani protagonisti, Brian e Neil, oggetto di fin troppe attenzioni da parte del loro allenatore di baseball. Per bonificare la loro psiche devastata, Brian si inventa e convince di essere stato rapito dagli alieni, e la passione per gli ufo gli comprometterà l’esistenza, mentre Neil subirà passivamente il suo dramma. La grandezza di Araki sta nel rappresentare i punti di vista dei ragazzini su due diversi piani interpretativi: una realtà onirica, fintamente delicata e addirittura magica per i narratori, un dramma nudo e crudo per gli spettatori adulti. Visionario, come tutto il cinema del regista statunitense di origine giapponese, e calato in una provincia americana prigioniera dei propri mostri. In dvd. Da recuperare. 8
Filmografia molto essenziale di Joseph Gordon-Levitt: Mysterious Skin (Gregg Araki, 2004), Brick. Dose mortale (Rian Johnson, 2005), Sguardo nel vuoto (Scott Frank, 2007), (500) giorni insieme (Marc Webb, 2009).

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